Giovedì 25 Aprile 2024

Juventus-Inter, diretta alle 20.45: formazioni e news

Il derby d'Italia, con la Vecchia Signora che cerca l'allungo scudetto e la Beneamata i punti per la Champions League

Chiellini e Icardi (Newpress)

Chiellini e Icardi (Newpress)

Torino, 28 febbraio 2016 - Il derby d'Italia, con la Juventus che cerca l'allungo scudetto e l'Inter i punti per la Champions League.

QUI JUVENTUS. Prove di fuga. Se fosse un film, il titolo non potrebbe che essere questo, perché la Juve e Max Allegri stasera proveranno ad allungare, a mettere ulteriore pressione al Napoli. «Per ora ho in testa solo l’Inter – ha ricordato ieri il tecnico –. Innanzitutto vogliamo tornare alla vittoria dopo due pari consecutivi, confermare il primato indipendentemente dal risultato del Napoli e infine andare a prenderci mercoledì la finale di Coppa Italia a San Siro» ha continuato Allegri, consapevole del peso specifico della sfida contro i nerazzurri. Dovrebbe giocarsela con il 3-5-2. Tornano a disposizione Chiellini ed Alex Sandro.

Toccherà ad Hernanes sostituire l’infortunato Marchisio. Là davanti Dybala affiancherà Mandzukic. Gli unici dubbi erano dettati da motivazioni fisiche (Khedira va centellinato) e di stanchezza (Barzagli ha tirato il fiato). «Mancini giocherà a specchio? Chiedetelo a lui (risata, ndr). A San Siro l’Inter ci poteva affossare, ma noi abbiamo avuto una reazione importante, in un momento di difficoltà. Non mi aspettavo i nerazzurri così indietro dopo l’ottimo avvio. Nel calcio ci vuole pazienza: dopo 10 partite noi avevamo 12 punti ». Sì, perché un girone fa era tutto diverso, la classifica capovolta, i nervi a fior di pelle.

«E' sempre il derby d’Italia, la classifica non conta – ha ricordato il tecnico - Sarà dura. Dovremo essere bravi tatticamente, tecnicamente e nella velocità del passaggio, perché affrontiamo una squadra molto fisica». Allegri non si fida: «Il campionato resta equilibrato. Il Napoli non è affatto in crisi, la Fiorentina è lì, la Roma ha le caratteristiche per mettere a segno un filotto che la riporterebbe in corsa. «Mentre gli altri erano contenti dopo il pareggio contro il Bayern, io ero molto arrabbiato per il nostro primo tempo. Dobbiamo ripartire da lì, abbiamo la possibilità di passare il turno, ci penseremo dal 12 marzo. In Europa non si può pensare di metterla solo sul fisico».

QUI INTER - «Non è vero che sono solo. Ci ho sempre messo la faccia, ma il club non mi ha mai fatto mancare il suo supporto. La Juve? È più forte di noi, anche se non siamo molto distanti». Roberto Mancini fa capire al vasto mondo che non è ancora il cittì della Nazionale («è un traguardo importante, anche se sto bene qui e penso solo agli obiettivi dell’Inter») e che il derby d’Italia non sarà un confronto determinante per alcunché («poi mancheranno ancora 13 giornate, 40 punti...»).

Certo, a noi scribi e farisei attizza magari l’idea di un ballottaggio tra Eder (stia pur seduto) e Palacio, con Trecciolino favorito nella scelta. O sondiamo parimenti le dilatazioni della pupilla del Mancio per capire se stasera il suo possessore farà, come pare, modulo speculare alla Juventus, 3-5-2. Oppure no. Però il Mancio è uomo di mondo pur non avendo mai allenato a Cuneo, e gli eventi urgenti non lo impressionano più. Sicché, pur non essendo il Principe di Condé, che dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi, la vigilia in armi dell’Inter (notte ad Appiano e dopo il caffellatte partenza per Torino) il Mancio non l’avrà passata rigirandosi tra i cuscini sognando Dybala («avevamo cercato di prenderlo») e limitrofi.

«E' una gara difficile. E lo sarà anche per loro. Dovremo avere un atteggiamento positivo, oltre che maggior coesione tra i reparti. Noi in Coppa Italia, nonostante lo 0-3 abbiamo avuto un buon atteggiamento. Dico che potremmo fare risultato ripartendo da quella gara, con in più una difesa attenta».

Qualcuno suggerisce: fate come il Bayern. E il Mancio: «No, perché i bavaresi sono una squadra diversa e Juve-Inter è una partita diversa ». Sull’orgoglio coesivo della Beneamata, anche se sono tempi difficili, Mancini mette più di un dito sul fuoco. E poi, a dorso tra i grandi numeri: «Considerando che ci è capitato di perdere partite senza meritarlo, vincere allo Juventus Stadium sarebbe una sorta di risarcimento». Bella idea. 

Sulla presenza di Erick Thohir Mancini spiega: «Normale che gli abbia fatto piacere stare con noi in questi giorni. Ha parlato con me e con i giocatori. Serenamente. Non c’era bisogno di rassicurare nessuno. Abbiamo parlato di obiettivi a breve e medio termine. Fiorentina e Roma sono avanti rispetto a noi, di poco, ma sono avanti, ma ci sono tre o quattro partite nelle prossime settimane che diranno tanto, senza dimenticare che ci sono ancora tanti punti a disposizione. Il Milan? È un po’ indietro, ma ha recuperato tanti punti e può ancora rientrare nella lotta». Infine, e senza scaldarsi il sangue, Mancini, non replica all’appena dipartito Andrea Ranocchia, che all’Inter si sentiva oppresso «dalla negatività dell’ambiente»: «A chi si riferisce? Alla squadra non credo...». Ah, saperlo.

Probabili formazioni

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Khedira, Hernanes, Pogba, Alex Sandro; Mandzukic, Dybala. Allenatore: Allegri

INTER (3-5-2): Handanovic; Miranda, Murillo, Juan Jesus; D'Ambrosio, Felipe Melo, Medel, Kondogbia, Telles; Icardi, Palacio. Allenatore: Mancini

ARBITRO: Rocchi di Firenze