Giovedì 16 Maggio 2024
Antonino Sambataro
Calcio

Juve-Atletico, pari buono per due. Allegri agli ottavi da secondo

Sfida senza gol allo Stadium, ma missione compiuta per i bianconeri che passano il turno dietro agli spagnoli. Buffon salva in avvio, poi la Signora controlla e festeggia la qualificazione

La Juventus esulta a fine partita (Afp)

La Juventus esulta a fine partita (Afp)

Torino, 9 dicembre 2014 - Missione compiuta: la Juventus supera il taglio del girone e accede agli ottavi di Champions. Lo fa da seconda del girone, chiuso alle spalle dell'Atletico Madrid ma davanti all'Olympiacos, retrocesso in Europa League nonostante la vittoria sul Malmoe. Serviva almeno un pareggio per sigillare la qualificazione e il punto è arrivato contro gli spagnoli in una partita con pochi sussulti e finita senza gol. Allegri ringrazia Buffon, decisivo in avvio su Koke, ma va avanti con merito e festeggia un traguardo che un anno fa era sfuggito a Conte. Difficile dire ora quanta strada potrà fare questa squadra: per prima cosa bisognerà sperare nella bontà dell'urna ed evitare una corazzata: difficile, ma non tutte le prime sono insuperabili (Monaco e Porto ne sono l'esempio) e ciò che conta è soprattutto esserci.

Nella notte da dentro fuori, Allegri opta per il modulo con la difesa a quattro e il trequartista ma deve rinunciare a Marchisio, debilitato dall'influenza e sostituito da Pereyra. Il ritorno di Lichtsteiner regala spinta ai bianconeri che nel primo tempo tengono molto la palla ma non riescono a costruire occasioni da gol nonstante una discreta pressione. 

La sfida si gioca soprattutto sui nervi con l'Atletico che bada a non scoprirsi per provare a colpire in contropiede con Mandzukic, unica punta con il compito di soffocare Pirlo all'alba di ogni azione: tanto basta però a mettere paura ai 40mila dello Stadium che dopo sei minuti trattengono il fiato quando Koke calcia a tu per tu con Buffon subito candidato a salvatore della patria. L'orchestra di Simeone è velenosa anche sui calci piazzati e il capitano bianconero deve intervenire di nuovo su un colpo di testa di Turan e sulla conclusione da fuori di Suarez innescata da un pallone perso in uscita da Pogba a un soffio dell'intervallo. 

Dall'altra parte, invece, Moya ha poco di cui preoccuparsi: Pogba fatica a entrare nel vivo del gioco, Vidal si nota solo per aver rimediato un giallo e rischiato la seconda ammonizione che l'incerto Collum condona. Il guizzo può arrivare da Tevez, ma Godin si immola sull'unico tentativo dell'Apache. 

Nella ripresa la partita assume i contorni di una sfida a scacchi, dove ogni mossa potrebbe essere quella decisiva. La Juve è fortunata sull'angolo di Gabi che sbatte sul palo esterno senza che nessuno lo tocchi, poi si scuote e impegna finalmente Moya con Vidal e il bolide da distanza siderale di Pogba. La pressione bianconera si fa insistente, Simeone predica calma dalla panchina e i suoi tirano i remi in barca affidandosi al cronometro che scorre. Le notizie che giungono dalla Grecia sopiscono ulteriormente gli animi: meglio non rischiare. Lo Stadium può liberare il suo urlo: il pareggio va bene a tutti.