Giovedì 2 Maggio 2024

Inter, mesto rientro da Israele

Dopo l’incredibile 3-2 di Be’er Sheva e l’addio all’Europa League i nerazzurri sono tornati ad Appiano Gentile. Defaticante per i titolari. Domani la conferenza di Pioli a due giorni dalla Fiorentina

Brozovic e D'Ambrosio durante la gara di Be'er Sheva

Brozovic e D'Ambrosio durante la gara di Be'er Sheva

Milano, 25 novembre 2016 - L’Inter ha fretta di voltare pagina dopo l’ennesima delusione di questo orrido avvio di stagione. La squadra è decollata da Be’er Sheva con un’ora e mezza d’anticipo all’indomani della pazzesca rimonta subita dall’Hapoel, capace di vincere 3-2 e di restare in corsa per la qualificazione dopo essere finito sotto 0-2. L’Europa League si è fermata sulla traversa colpita da Icardi perché lo 0-3 avrebbe tagliato definitivamente le gambe agli israeliani. Adesso Stefano Pioli deve concentrarsi unicamente sul campionato, anche se l’8 dicembre al Meazza arriverà uno Sparta Praga già certo della qualificazione e del primato nel girone K. Ma i nerazzurri torneranno a San Siro già lunedì 28 novembre per il posticipo del 14imo turno di campionato con la Fiorentina. Come in occasione del suo debutto in panchina nel derby con il Milan anche questa volta Pioli ha deciso di anticipare di un giorno la conferenza stampa della vigilia, che è in programma per le 17.30 di domani nella sala stampa del centro sportivo Angelo Moratti.

Domenica l’allenatore emiliano potrà così concentrarsi solo sulla tattica e sulla seduta di rifinitura. Intanto dopo il rientro dalla deludente trasferta in terra ebraica i titolari della gara di Be’er Sheva hanno sostenuto un defaticante mentre gli altri nerazzurri hanno lavorato più intensamente, a partire da chi era rimasto a Milano come i 4 esclusi dalla lista Uefa per problemi di Fair Play finanziario. Gabigol, Joao Mario, Kondogbia e Jovetic dovranno aspettare la prossima stagione per giocare una competizione europea per club, e la speranza resta quella di un ritorno in Champions League dopo 4 anni. Ma se l’Inter è quella vista ieri sera la risalita in campionato sarà praticamente impossibile. Pioli ha precisato che c’è molto da lavorare su 4 fronti: fisico, psicologico, tecnico e tattico. Il tecnico parmigiano ha escluso un calo di energie nel finale, ma facendolo ha negato l’evidenza visto il vero e proprio tracollo del Turner Stadium, e non solo per il fatto di giocare in 10 contro 11 dopo l’espulsione di Handanovic.

Intanto l’ombra di Diego Simeone continua a gravare sulla panchina dell’Inter, che ha già cambiato inquilino tre volte dal divorzio di agosto con Roberto Mancini. "Diego ha il cuore che ancora oggi batte forte per i colori nerazzurri, è affezionato all’Inter e all’Italia. Il suo sogno è di tornare a Milano, me l’ha rivelato. Ha avuto tante offerte importanti, ma lascerà l’Atletico solo per l’Inter. Vuole però chiarezza sul progetto e quando il club potrà garantirgliela, la trattativa per portarlo in panchina potrà partire” rivela Gigi Simoni, che allenò il Cholo tra il 1997 e il 1998 vincendo anche una Coppa Uefa. Poi l'ex tecnico interista allarga ad altri temi la sua analisi da osservatore esterno. "Nella società c’è poca chiarezza, quello che vediamo in campo è solo la conseguenza naturale di ciò. I cinesi devono rendersi conto di cosa rappresenta l’Inter, devono ripercorre la gestione Moratti. Pioli è uno di noi, un allenatore che conosce il calcio italiano e sa le aspettative che sono riposte in questa squadra, penso però che anche lui come i giocatori possa esprimersi al meglio solo se supportato e aiutato dalla dirigenza. La squadra a sua disposizione è ottima sulla carta, ma molti acquisti non stanno rendendo per quanto sono stati pagati. Vedi Gabigol. E in più anche coloro che l’anno scorso avevano fatto abbastanza bene, soprattutto i difensori, quest’anno stanno avendo difficoltà" conclude Simoni.

E a proposito di grandi ex, oggi Lele Oriali compie 64 anni e l’Inter celebra sui social network l’instancabile mediano campione del mondo cantato anche dal tifoso Ligabue.