Giovedì 16 Maggio 2024
Angelo Costa
Sport

Giro d'Italia, Aru sa come battere Contador: "La squadra è la mia forza"

Nel primo giorno di riposo, il sardo si concentra in vista delle grandi salite: "Sogno di conquistare il Mortirolo". Lo spagnolo: "La spalla? Sto già meglio e quando prendo la maglia rosa di solito non la mollo più"

Fabio Aru e Alberto Contador (Ansa)

Fabio Aru e Alberto Contador (Ansa)

Civitanova Marche, 18 maggio 2015 - Un po’ di bici, qualche parola con i giornalisti e molto relax: è il giorno di riposo di Fabio Aru. Sorridente e tranquillo come se il Giro dovesse iniziare: in fondo, guardando la classifica, è ancora così. Anche se il sardo più di tutti ci ha messo del suo per rovinare i piani a chi aspetta la maxicronometro di sabato a Valdobbiadene: trattandosi di quello meno adatto a quella prova, si è messo all’opera per tempo.

"Tranquilli, non siamo stanchi: abbiamo speso quel che era necessario, in tappe come quelle della prima settimana si fatica anche stando a ruota. Ho imparato da Nibali, che ho sentito anche in questi giorni, a risparmiare energie, dentro e fuori la corsa. Dite che parlo poco, ma è una scelta: mi hanno sempre detto che a chi ha la lingua lunga si accorciano le gambe. E’ un Giro ancora aperto a tutti, oltre a Contador e Porte continuo a considerare Uran. Come si batte Contador? E’ esperto, ha vinto tutti i grandi giri, ma la squadra è la mia forza. Come il pubblico sulle strade: mi dà una grande forza, mi emoziona, la popolarità non la vivo come un peso ma come carica in più. Non so dirvi quanto potrei perdere a cronometro, ho lavorato tanto e non ho riferimenti esatti, ma ricordo che il giorno dopo c’è subito montagna vera. La tappa che mi piacerebbe? Quella del Mortirolo, che ha fatto sempre la storia: mi ci sono allenato varie volte, è difficile non sognare di passarci sopra da solo. L’ambizione mia resta quella di partenza: fare meglio rispetto a un anno fa".

Vestitosi di rosa in anticipo rispetto alle abitudini, anche Alberto Contador si gode un riposo che fa soltanto bene alla sua spalla, lesionata nella caduta in Maremma e decisamente avviata alla perfetta guarigione. Adesso il problema dello spagnolo è recuperare in vista della maxicrono di sabato: oggi ha provato la bici da crono per studiare col fisioterapista se non sia il caso di cambiare fasciatura in vista di una tappa chiave del Giro. "Sono contento, ogni giorno va sempre meglio: è stata dura a Campitello Matese, per il resto no problem. Sì, Aru mi ha portato via un secondo a San Giorgio di Sannio, ma era più o meno ciò che mi aspettavo. Per la crono non mi sento ancora al massimo, ma c’è ancora qualche giorno per recuperare. Comunque non ho mai pensato di andarmene a casa, finora ho pensato soprattutto a difendermi: ho preferito peccare più di tranquillità che di spavalderia. Dove posso perdere la maglia rosa? Non ci penso mai, so che di solito quando la prendo non la mollo più, ma sabato potrebbe essere un giorno buono perché Porte a cronometro va forte. Giro e Tour per entrare nella storia? No, soltanto perché a me piacciono le cose difficili: basta questo a motivarmi".