Domenica 5 Maggio 2024

Finale Coppa Italia Juve-Lazio, probabili formazioni e ultimissime

Stasera alle 21 la finale all'Olimpico. E' il primo trofeo della stagione: Inzaghi tenta lo sgambetto ad Allegri. Lodovica Comello canterà l'inno di Mameli

Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi (Lapresse)

Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi (Lapresse)

Roma, 17 maggio 2017 - Tutto in una notte. Juventus e Lazio si giocano all'Olimpico di Roma (diretta alle ore 21) la finale di Coppa Italia 2017. Gli uomini di Allegri vogliono il primo tassello del sogno Triplete, quelli di Inzaghi non hanno nessuna intenzione di lasciare strada alle ambizioni bianconeri. La Juve lascia a riposo Buffon, come in tutte le partite di Coppa, i biancocelesti puntano su Immobile e un Keita apparso in forma straordinaria nelle ultime uscite di campionato. Annotazione di colore: sarà Lodovica Comello a intonare l'inno di Mameli prima del match, con le due formazioni e gli ufficiali di gara allineati sul terreno di gioco. Prima dell'entrata in campo, la giovane cantante si esibirà di fronte al pubblico dello Stadio Olimpico proponendo il suo ultimo singolo 50 Shades of Colours.

FOCUS - Coppa Italia Juve-Lazio, orari tv

Probabili formazioni:

Juventus (3-4-1-2): Neto; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Alex Sandro, Marchisio, Rincon, Dani Alves; Dybala; Mandzukic, Higuain. Allenatore: Allegri

Lazio (3-5-2): Strakosha; Bastos, De Vrij, Wallace; Basta, Milinkovic, Biglia, Parolo, Lulic; Immobile, Keita. Allenatore: Inzaghi

Arbitro: Tagliavento di Terni

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IL PUNTO di PAOLO FRANCI - Nella logica del triplete, la Coppa Italia è destinata all’immodificabile ruolo di comprimaria, chiaro. Per carità, dopo anni da comparsa nelle pellicole del pallone, è anche riuscita finalmente ad avere un copione efficace e azzeccato, al netto di alcune cervellotiche scelte da calendario, ma è chiaro come nel brivido vincente resti là in fondo. Nella logica di Max, dopo la scoppola dell’Olimpico con la Roma e i cristalli incrinati contro Atalanta e Torino: «E’ il momento di raccogliere. È una finale, dopo domenica non c’è più tempo da perdere, è tempo di raccogliere». E già, dopo le ammissioni di colpa del tecnico e di qualche senatore, sul calo di tensione negli allenamenti, ad esempio, prima del match con la Roma, ecco che la Coppa Italia acquista tutt’altro valore. È cartina tornasole, termometro e risonanza magnetica del momento juventino, perché quando ci si rilassa troppo, riprendere la via può non essere semplice. Soprattutto se di fronte a te c’è una squadra carica a mille, la Lazio, come lo è stata la Roma spinta da esigenze di bilancio (i soldi della Champions, dunque il secondo posto) e dalla voglia di misurarsi con la più forte. 

Dice Max: «Questi sono giorni facili da interpretare perché è arrivato il momento del fare senza pensare, con la Lazio è una finale, una partita secca, quindi...». Quel «fare» significa vincere, perché vincere vuol dire riappropriarsi del pieno di certezze che ha fin qui accompagnato la Juventus, in un crescendo pazzesco. 

Va detto, però, che non sempre si può spingere al massimo sopratutto se nell’ultimo mese e mezzo hai giocato due volte contro il Napoli, due col Barcellona e il Monaco, hai giocato un derby e affrontato la Roma con il sangue sui canini. Contro Spalletti, Max ha incassato la sesta sconfitta delle 53 gare disputate finora, ma l’ambiente juventino tende al punto e a capo per non portarsi dentro pericolosi strascichi: «Per noi inizia una mini stagione di 15-20 giorni con il traguardo di Cardiff, dobbiamo battere la Lazio e poi domenica il Crotone». Ecco qui, la comprimaria, che diventa primattrice e fa da trampolino. Vincere la Coppa significa arrivare bene al Crotone e prendere il secondo trofeo, lo scudetto, per poi puntare al Triplete. Max, dunque, va di punto a capo, si diceva: «Capita un calo di attenzione durante una stagione, purtroppo ci è capitato domenica». E Giorgio Chiellini, che si dice «allergico» alla parola Triplete, facendo, forse, anche qualche scongiuro, aderisce perfettamente al Max-pensiero, trasformando il ko con la Roma in carburante: «Quest’anno siamo stati molto bravi a sfruttare il lato positivo di ogni gara finita male, come slancio per dei periodi positivi. La Champions ti toglie energie, anche se non te ne rendi conto, ma abbiamo anche gestito il vantaggio accelerando quando gli avversari comparivano negli specchietti», sottolinea Chiello. 

E si torna a Max che ai tempi del Milan non aveva avuto gran feeling, tutt’altro, con Pippo Inzaghi e qui a Roma spende parole al miele per Simone: «Lui è stato protagonista di una stagione importante, ha capito in fretta le cose e credo che farà molta strada. Mi piace perché è un allenatore pratico che non si perde in chiacchiere». Sul fronte formazione, Dybala e Mandzukic «sono da valutare», secondo Max, ma il fatto che abbiano disputato l’intero allenamento all’Olimpico lascia pensare che saranno della partita, con una difesa a tre fondata sulla BBC, Dani Alves e Alex Sandro sugli esterni ai lati di Rincon e Marchisio. Poi, là davanti, appunto, Dybala dietro a Higuain e Mandzukic. 

I dubbi, per Simone Inzaghi, riguardano il ballottaggio a tutto talento tra Keita e Felipe Anderson, con il primo nettamente favorito. In difesa, Bastos dovrebbe essere preferito a Radu nel 3-5-2 provato ieri dal tecnico biancoceleste. Parolo, reduce da una contusione al ginocchio, stringerà i denti per esserci, dopo essersi allenato regolarmente. Dice Inzaghi: «La finale ce la siamo meritata battendo Genoa. Inter e Roma e, sì, la Juve è favorita ma in una gara secca...». E’ un po’ l’adagio preferito dagli addetti ai lavori, che più o meno suona così: «Sì è vero, loro sono più forti ma per fortuna, poi, c’è la partita...», così per riassumere l’imprevedibilità del pallone. Nel clan Inzaghi, la definizione «gara perfetta» rimbalza di bocca in bocca, perché è quello che servirà per fare il ribaltone nei pronostici. Netti, in favore della Juve, almeno seguendo i dati del bookie Microgame, che rivela come l’83% delle scommesse sia andato alla vittoria secca della Juve nei 90’, a quota 2,05. Solo una puntata su dieci è invece finita sul successo della Lazio, bancato a quota 3,85.