Domenica 5 Maggio 2024

Quirinale, minoranza Pd chiede unità. Vendola: "Renzi peggio di Berlusconi"

Fassina: "Mancano ancora criteri condivisi". Civati: "Io candido Prodi". Fitto: "No a cieca obbedienza". M5S: "Non andremo a Nazareno"

Cuperlo, Fassina e Vendola alla convetion di Sel (Imagoeconomica)

Cuperlo, Fassina e Vendola alla convetion di Sel (Imagoeconomica)

Roma, 25 gennaio 2015 - "Sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica dobbiamo lavorare a criteri condivisi, ma mi pare che non ci siamo all'interno del Pd". Stefano Fassina commenta così il dibattito all'interno del suo partito in merito al nome del nuovo inquilino del Quirinale, a margine della convention di Sel, Human Factor, a Milano. "Il nuovo Presidente dovrebbe garantire autonomia, esperienza, conoscenza delle dinamiche parlamentari e autorevolezza. Dobbiamo trovare convergenza su questo e non è scontato nel Pd". Chiamparino è un nome possibile? "Fare il gioco dei nomi non è utile - replica Fassina - L'obiettivo di tutti è essere uniti in questo passaggio nel Pd. Domani avremo un incontro con Renzi su questo". Quanto alla sua partecipazione all'evento organizzato da Sel, Fassina assicura che non è la premessa di una imminente uscita dal Pd. "Sono prove di confronto e di dialogo perché serve una analisi e un percorso condiviso - spiega -. Resto nel Pd, dobbiamo lasciare stare i contenitori e concentrarci sui contenuti".

CIVATI - Il suo collega di partito Pippo Civati, invece, fa direttamente il nome del suo candidato. "Io un nome ce l'ho: è Romano Prodi. Non so se lo avete mai sentito nominare. Non capisco perché il segretario del Pd non abbia mai voluto spendere una parola", dice l'altro deputato della minoranza Dem. E a chi gli fa notare che il nome di Prodi non è gradito nemmeno al Movimento 5 Stelle, risponde: "Il M5S non voterà Prodi per il Quirinale? Non credo che le cose stiano così. Andatevi a leggere il blog di Grillo...".

CUPERLO - Toni più concilianti da Gianni Cuperlo, secondo cui se il candidato per il Quirinale fosse un nome condiviso non solo dal Pd ma anche da Silvio Berlusconi e da altre forze politiche sarebbe un "bene per la democrazia". "Bisogna che il Pd discuta il profilo di una candidatura autorevole, autonoma e in grado di essere ciò che deve essere: il garante supremo della Costituzione. Poi, se su quella candidatura - sottolinea l'esponente della minoranza Dem, anche lui ospite alla convention di Sel - confluiscono altre forze politiche e c'è un largo consenso, un largo accordo nel Parlamento, questo fa soltanto del bene alla democrazia italiana". "Una proposta unitaria, seria, autonoma - conclude Cuperlo - sarebbe un elemento che darebbe maggiore equilibrio e garanzia al percorso che ci apprestiamo a fare questa settimana". E proprio in questa ottica di unità e di intenti condivisi, Cuperlo ribadisce: "Penso davvero che quello che state e stiamo facendo sia prezioso, ma vorrei dirvi che sarebbe un limite se una condizione di questo disegno fosse la rottura di un partito che raccoglie militanti magari delusi ma convinti che in questo partito vi sia un pezzo della loro storia". "Renzi dirige il partito su una linea che trovo spesso in contraddizione con le politiche della sinistra. Possiamo uscire e costruire un'altra cosa" oppure "c'è una seconda alternativa che è pensare che dentro quel progetto vive una comunità fatta di passioni che nonostante tutto pensa di battersi a viso aperto". "La sinistra è molto più di noi. Good luck e camminiamo assieme".

VENDOLA - Caustico invece Nichi Vendola, che bolla il Patto del Nazareno come "il momento di fondazione del Partito della Nazione". "È il seppellimento della dialettica tra destra e sinistra, tra giustizia ed ingiustizia. Ed è organico a questo progetto che la politica sia soltanto la processione dei commenti mentre altrove si esercita l'arte del comando", dice il leader di Sel. "Il Presidente della Repubblica non è il garante di un patto scellerato o dell'oligarchia, ma il garante della Costituzione - sostiene Vendola - e "dobbiamo impedire che sullo schermo del Quirinale di proietti quel brutto film chiamato 'patto del Nazareno'". Secondo Vendola "questa elezione avviene in un momento in cui la separazione tra paese legale e paese reale ha raggiunto una drammatica realtà".

FITTO - E si fa sentire anche Raffaele Fitto. "Non è che voterò per obbedienza cieca e a prescindere", dice l'eurodeputato di Fi ospite all'Intervista su Sky Tg24. "Un'obbedienza cieca non può essere positiva perché ignifica andare contro ciò che si sostiene da tempo, se invece di un sms si ragiona e discute, il tema cambia. Io vorrei una personalità autonoma e di rilievo internazionale, e mi auguro che si riconosca in uno scenario politico non necessariamente di sinistra", ha aggiunto.

M5S - Intanto il M5S, tirato in ballo da Civati, ha comunicato al Pd la sua intenzione di non andare al Nazareno martedì prossimo per le cosultazioni. "Noi al Nazareno, con tutto il rispetto, c'è andato Berlusconi, non ci andiamo", ha detto ieri il deputato pentastellato Alessandro Di Battista, leggendo una sorta di risposta collettiva dal palco dal palco della 'Notte dell'Onestà'. "Renzi fuori i nomi. Lei ha deciso che il Capo Stato sarà eletto dalla 4/a votazione e così il nome sarà espressione di un partito solo: quello suo e di Berlusconi, quello del Nazareno. Per eleggere il presidente di tutti lo si elegga nei primi tre scrutini", ha concluso. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato di voler mettere al centro della scelta i cittadini. "Chiediamo i nomi al Pd. Loro fanno quattro nomi e quello più votato (dalla rete, ndr) noi lo voteremo già dal primo scrutinio", ha affermato Luigi Di Maio.