Sabato 27 Aprile 2024

La caduta di Sua Maestà Serena Williams

Williams depressa dopo la sconfitta con la Vinci a New York: "Quest’anno non gioco più a tennis"

Serena Williams (Ansa)

Serena Williams (Ansa)

Ro a, 2 ottobre 2015 - PUÒ la numero 1 del tennis mondiale, con 69 titoli in bacheca, oltre 70 milioni di dollari sul conto in banca, e centinaia di migliaia di tifosi in giro per il mondo, essere depressa? Può la regina indiscussa della racchetta, la più forte giocatrice in attività, crollare per una sola sconfitta? E’ l’incredibile, forse inspiegabile, crisi di Serena Willims. Proprio lei, proprio quella che ha vinto 21 trofei dello Slam, e che ieri ha deciso di terminare il suo 2015 tennistico. "E’ una decisione difficile, ma l’ho presa per amore del tennis - ha dichiarato - la mia stagione è stata a tratti esaltante ed a tratti deludente, ma in ogni caso, sia nella vittoria che nella sconfitta, è stata comunque gratificante. Ho giocato gran parte dell’anno nonostante gli infortuni: il ginocchio, il gomito... E dopo un certo match agli Us Open, anche al cuore".

Già, quel “certo match” che non c’è neanche bisogno di citare. Quella semifinale persa contro Roberta Vinci, una sconfitta storicamente clamorosa che è riuscita a scalfire anche la durissima corazza di Sua Maestà Serena, cresciuta nel ghetto fino alle luci della ribalta, fermata da un’embolia polmonare nel 2011, e tornata poi a macinare vittorie e distuggere avversarie. Una macchina da guerra, esplosa definitivamente in questo 2015 che l’ha vista a un passo dal Grande Slam: sarebbe stata la prima giocatrice dal 1988, la quarta nella storia dopo Maureen Connolly (1953), Margareh Court (1970) e Steffi Graff (1988). Invece il passo è stato quello del baratro, ed è bastata una spintarella di Robertina Vinci per farla cadere. Il tipico caso di Davide che batte Golia.

E allora Golia Williams ha deciso di dire basta: "Sono una combattente, voglio competere al meglio, il più a lungo possibile" le sue rassicurazioni, dopo che coach Moratoglou aveva parlato di "motivazioni che sarebbero tornate, ma in parecchio tempo". Questo tempo, sarà nel 2016, quando Serena avrà 35 anni, non sarà più una ragazzina, e quindi il record del Grande Slam sarà ancora più difficile da raggiungere. Magari, negli anni, avrà tempo per raggiungere i 24 titoli della Court, e di vincere la medaglia d’oro a Rio. Ma l’appuntamento con la storia sembra passato.

E così, dopo gli Us Open, un sola uscita pubblica alla settimana della moda di New York, e poi l’annuncio della sua presenza nel Calendario Pirelli, sorridente e felice. Un sorriso che però dietro nascondeva insicurezza, tristezza, e addirittura depressione. Perché per settimane l’americana si è chiusa nella sua villa della Florida senza rispondere al telefono, snobbando gli amici e i parenti. Una prigione dorata. E come se non bastasse, anche le prese in giro sulla sua relazione col rapper Drake, considerato il “porta sfortuna” per eccellenza, dopo le incredibili coincidenze tra le sconfitte dei “suoi” Toronto Raptors e la presenza in tribuna del cantante. Come sul centrale di Flushing Meadows, in quello sciagurato pomeriggio del 12 settembre.

Niente Masters di fine anno a Singapore, quindi, e così sorride Flavia Pennetta, n. 6 del mondo (ma a questo punto quinta nella Race annuale) che vede sempre più vicina una storica qualificazione. Una bellissima soddisfazione per Flavia, altra donna coraggio del tennis mondiale, altra straordinaria campionessa uscita da mille crisi e difficoltà. Forse potrebbe essere lei a dare un consiglio a Serena su come risollevarsi. Ma forse questa, alla fine, è tutta un’altra storia.