Martedì 30 Aprile 2024

Salvini pronto alla leadership«Renzi sconfitto, disprezza la gente»

Rossella Minotti MILANO IL GIORNO dopo il trionfo emiliano, tra una ripresa tv e l'altra, il volto del momento, l'altro Matteo, possibile futuro leader leghista del centrodestra, sfoggia una pacatezza nuova: «Io non mi candido a nulla, ma chiedo che chiunque si candiderà come alternativa a Renzi abbia un nome e un programma sottoscritto nelle piazze dagli italiani, che non siano i partiti a decidere». Anche perché in Forza Italia c'è già la rivoluzione, e altrove anche. Cicchitto di Ncd ha detto in radio che lei gli fa schifo. «Non posso crederci. Alfano è un disastro, hanno cambiato nome a Mare Nostrum ma sabato sono sbarcati più di mille immigrati, non sarà mio alleato, ma non direi mai che mi fa schifo. Abbiamo fatto una campagna elettorale blindata, ci hanno sfasciato una macchina e diverse sedi, e io invito tutti a controllare cosa dichiarano. Dire Salvini mi fa schifo legittima qualunque cosa'». Ha sentito Berlusconi, lo incontrerà? «Non l'ho sentito e da domani sono a Strasburgo, il posto da dove arrivano molti problemi dell'Italia, e mi spiace che parte del centrodestra non lo abbia capito. Vedrò gli europarlamentari di Forza Italia, come Toti e Fitto. Ma ribadisco che l'Europa è irriformabile, bisogna abbatterla». Chi è il grande sconfitto di queste regionali? «Renzi, che in sei mesi ha perso settecentomila voti. Ha vinto sulla carta, ma quando restano a casa due elettori su tre ha perso, come anch'io, pur con i miei centomila voti in più. Perde la politica del Patto del Nazareno, quella che si occupa della legge elettorale e di altre cose che non interessano a nessuno. E poi trovo incredibile che Renzi definisca poco importante la bassa partecipazione al voto. Certa sinistra disprezza la gente». Avrebbe mai immaginato un anno fa che la Lega avrebbe riguadagnato tanto terreno? «Ero fiducioso, non pensavo che la Lega fosse morta come tanti dicevano. Ma non mi aspettavo tanto. Non mi sento particolarmente geniale, ho ereditato un movimento stupendo e vitale, che ha energia e coraggio. Quando parlavamo dei problemi dell'euro ci prendevano per matti, ora ci danno ragione in tanti». Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che ambiva a fare il leader del centrodestra, sembra scomparso... «Venerdì abbiamo il Consiglio federale, lo vedrò sicuramente. Gli dirò che se in Lega giochiamo di squadra non ce n'è per nessuno». Pensa di mitigare la sua svolta verso l'ultradestra? «Non esiste questa ultradestra, i 110mila nuovi elettori Lega arrivano dal Pd (36mila), dai Cinque stelle (35mila) e cinquantamila li abbiamo presi da Forza Italia. Se fossi un pericoloso razzista e fascista la gente in Emilia-Romagna non avrebbe scelto Lega». Esiste un modello Emilia da esportare al Sud? «È un modello bastato sull'estrema semplicità. Avevamo un candidato che non è mai andato in tv, sindaco di un comune di sedicimila abitanti terremotato. Dal centro e dal sud abbiamo già migliaia di richieste».