Giovedì 16 Maggio 2024

Renzi inietta ossigeno alle imprese«Taglio le tasse e abbatto l'Irap»

dall'inviato Sandro Neri NEMBRO (Bergamo) AFFRONTA gli imprenditori giocando d'anticipo: «Nel 2015 chi assumerà una persona a tempo indeterminato non pagherà i contributi per tre anni». E, sottolinea subito, «è la prima volta che si tenta questa strada. Ma così vi sfidiamo, cari imprenditori: il contratto a tempo indeterminato diventa vantaggioso, per i primi tre anni non avrete più il carico fiscale che conosciamo». E non è la sola novità in agenda. «Dal 2015 verrà abolita la componente lavoro dalla tassa dell'Irap. Questo vale 6,5 miliardi di euro». Ce ne è abbastanza per conquistare l'applauso degli oltre 1.600 industriali riuniti in un capannone della Persico, a Nembro, periferia industriale di Bergamo. I contestatori fuori, il gotha di Confindustria e gli iscritti alla sezione territoriale dell'associazione, riuniti per l'assemblea annuale, dentro. DAL PALCO Matteo Renzi arrivato insieme al sottosegretario Graziano Delrio anticipa i contenuti della legge di stabilità. «Una manovra annuncia da 30 miliardi di euro senza nessun aumento delle tasse». Anzi: il taglio sarà di 18 miliardi, «la più grande riduzione di sempre». E questo grazie a «una spending review da 16 miliardi di euro: non l'aveva mai fatta nessuno». Permetterà di dare ossigeno anche agli enti locali: «La cosa che faremo in questa legge di stabilità è liberare spazi di patto per i Comuni per un miliardo di euro». Una replica a chi, come il governatore lombardo Roberto Maroni, che l'ascolta seduto in prima fila, l'aveva accusato di non aver ancora abolito quel patto che, da sindaco di Firenze, aveva definito «di stupidità». Renzi cambia la scaletta del discorso, conferma che la sua linea non è mutata («è vero che il patto è stupido, ma dobbiamo dimostrare credibilità ai partner europei e ai mercati»), però tende una mano a chi chiede segnali forti al governo: «Sul patto di stabilità dico a Maroni: hai ragione tu. Non ti dico dov'eri tu quando governavi, perché occorre davvero liberare spazi di patto per i Comuni, e lo faremo. Mercoledì in consiglio dei ministri approveremo uno spazio di patto che migliorerà il patto di stabilità del 77 per cento, facilitando gli investimenti. Non è ancora quello che voglio io ma è un primo passo». LA PRIORITÀ resta innescare il cambiamento. «Recuperare la fiducia non è un training autogeno, non è l'appello di un pazzerello, non è un ritornello mentale, è semplicemente l'esame dei numeri. Ma per farcela bisogna cambiare». A cominciare da chi siede in Parlamento: «Un imprenditore dà il buon esempio, non fa seminari. E la stessa cosa deve fare la politica». Anche l'università dovrà mettersi in gioco. «Accetto la sfida di fare dell'università una parte della competitività dell'Italia dice il premier davanti ai 400 studenti invitati alla Persico L'eccesso di baronie ha distrutto le potenzialità di sviluppo. Colpa della politica, ma anche l'università ha sbagliato. Le università devono tornare luoghi dove nascono idee che diventano business». L'ultimo appello, prima della visita alla Tenaris di Dalmine, è proprio ai ragazzi: «Agli studenti che manifestano chiedo che facciano critiche, ma nel merito. Noi abbiamo fatto uno sforzo per capire come disegnare la scuola».