Martedì 30 Aprile 2024

"I Panama Papers avranno un effetto globale"

Benny Avni, giornalista del New York Post, non ha dubbi: "Le rivelazioni sono davvero di portata storica", segneranno una svolta

Panama Papers: Cameron, i Le Pen e Xi Jinping

Panama Papers: Cameron, i Le Pen e Xi Jinping

dall'inviato Giampaolo Pioli

NEW YORK, 8 aprile 2016 - “No so se i “Panama Papers” sono usciti da una gola profonda dello studio legale Mossack Fonseca, considerato a prova di bombada quarant’anni, o da qualche banchiere pentito in Europa o altrove. Sta di fatto che le rivelazioni sono davvero di portata storica e avranno ramificazioni incredibili provocanndo probabilmente un effetto globale….Quello di cui mi rammarico è di non essere parte del pool che ha rivelato la notizia perché si tratta di una fonte inesauribile di dati …”.

Benny Avni, giornalista investigativo e commentatore politico del New York Post è convinto che i “Panama Papers” segneranno una svolta

“Non si tratta-dice- di un solo paradiso fiscale che è stato pizzicato come capitale delle società offshore, o della consegna degli elenchi di qualche banca Svizzera compiacente con gli esportatori di capitali. Questa volta viene messo a nudo con 11 milioni di documenti da esaminare, un intero sistema di copertura che operava da anni in decine di paesi, risultando così “sicuro” che anche capi di stato e di governo e centinaia di politici se ne sono serviti per i loro conti discreti o segreti…E’ quello dei politici direttamente o indirettamente coinvolti l’aspetto più interessante dei Panama Papers”.

Ma come mai è stato mobilitato un consorzio di giornalisti investigativi di diverse parti del mondo quando invece i reporter investigativi in realtà sono famosi per agire da soli e protegge gelosamente le loro fonti. Non lo trova anomalo?

“La portata dei documenti è troppo alta per essere gestita da un solo media. Interessa mezzo mondo e se io avessi ricevuto una e-mail con la soffiata avrei chiesto ad altri colleghi di cui mi fido in altri paesi di occuparsi degli elenchi che territorialmente li riguardano per dividerci il lavoro e poter scavare più in profondità e più in fretta….”

Insomma la partita dei capitali all’estero ha ricevuto un colpo mortale?

“Sicuramente non mortale ma un gran brutto colpo, perché ci sono ancora altri paesi ad esempio nei Caraibi che si offrono come scudi fiscali o semplicemente come salvadanai segreti. Certamente però i “Panama Papers” diventeranno una straordinaria banca dati con tanti semafori rossi e sarà sempre più difficile, pericoloso, se non addirittura criminale occultare ricchezze nei paradisi fiscali con la compiacenza di società fantasma e avvocati…”

Quale considera la novità più rilevante?

“La dimostrazione che i politici spesso usavano una stessa banca per le loro operazioni offshore, come se certi personaggi e certi istituti fossero considerati invulnerabili o intoccabili….Usando la fantasia non è escluso che a qualche summit internazionale o al G8 proprio mentre si scrivevano le liste nere dei paradisi fiscali, venivano suggeriti anche gli “indirizzi sicuri” dove i leader potevano agire indisturbati. E questo poteva valere per Putin, per gli arabi o per gli islandesi”.

Che differenza c’è tra Wikileakes e i Panama Papers ?

“Credo che i ragazzi di Wikileaks in questo caso siano  invidiosi dei Panama Papers, ma le rivelazioni dimostrano che oggi tenere documenti segreti bancari o di intelligence sta diventando sempre più difficile…”

E’ una buona cosa?

“Francamente non lo so…. Di sicuro adesso tutto questo materiale è fuori è pubblico e può essere investigato…”.