Domenica 5 Maggio 2024

Padoan difende la manovra del fare«Ci saranno 800mila nuovi posti»

Nuccio Natoli ROMA IL MINISTRO dell'economia, Gian Carlo Padoan, è sicuro: la legge di Stabilità «spingerà la crescita e genererà 800mila posti di lavoro in tre anni, forse pure di più». A cinque giorni dal via libera del governo, oggi si conoscerà il testo ufficiale («Siamo ai dettagli», ha detto in tv il ministro) che sarà portato al Quirinale e trasmesso al Parlamento. Solo allora sarà chiaro che cosa contenga realmente la legge di Stabilità, oltre al taglio da 4 miliardi su cui è già partito il braccio di ferro tra governo e regioni. Padoan, consapevole che su alcuni aspetti ci sarà battaglia, ha messo le mani avanti: «Giusto che il Parlamento dica la sua, la manovra però è molto compatta e le cifre devono restare invariate. Se si modifica, l'efficacia verrebbe meno». Quindi, ha lanciato un po' di messaggi. L'obiettivo è sbloccare il Paese, cosa su cui «le responsabilità sono molto diffuse, anche per colpa dei sindacati». Un colpo al cerchio, uno alla botte: «Gli imprenditori hanno sgravi significativi. Ora devono investire e creare occupazione». Molto, quindi, ruota attorno al «lavoro». Il numero di 800mila posti si lega al Jobs act e allo sgravio contributivo triennale per i nuovi assunti. Lo sgravio, però, fissa un tetto di retribuzione di 1.200 euro netti al mese (19mila lordi l'anno) e con contratto a tempo indeterminato. Quindi, non è per tutti. Per il 2015 sono stanziati 1,9 miliardi, il rischio è che a metà anno i soldi siano finiti. «Se non bastano ha detto Padoan significherà che l'economia va molto bene, dunque stanzieremo altri soldi». Anche il taglio dell'Irap punta a favorire occupazione escludendo dal calcolo la «componente lavoro», però, solo per i contratti a tempo indeterminato. Inoltre, non c'è più la riduzione del 10% dell'aliquota Irap stabilita ad aprile che, quindi, torna al 3,9%. CIÒ SIGNIFICA che il taglio complessivo sarà nell'ordine di 2,9 miliardi. Due degli aspetti più delicati sono relativi ai fondi pensione e al Tfr. Il lavoratore privato (esclusi i pubblici) che chiederà di avere il Tfr in busta paga subirà la tassazione ordinaria, contro quella agevolata prevista per il Tfr incassato alla fine della vita lavorativa. Molte perplessità pure sull'aumento del prelievo fiscale (dall'11,5% al 20%) dei rendimenti dei fondi pensioni. In Italia la previdenza complementare doveva servire a rimpinguare le pensioni sempre più magre, ma non è mai decollata del tutto. Sarà il colpo di grazia? Padoan contesta questa visione. «L'adeguamento è inferiore a quello per altri investimenti finanziari. Stiamo solo allineando il trattamento ai valori medi europei. Non stiamo svantaggiando i fondi pensione». La manovra prevede quasi una rivoluzione per le partite Iva. Presumibile che diventi anch'essa un terreno di battaglia. Oggi la tassazione forfettaria scatta per chi ha un fatturato sotto i 30mila euro e prevede un'aliquota al 5% sull'imponibile. L'aliquota salirà al 15% e ogni categoria avrà un suo «tetto». Per i professionisti il limite scenderà a 15mila euro, per i commercianti passerà a 40mila.