Mercoledì 24 Aprile 2024

Campriani-Cagnotto, è leggenda. Argento per la spada maschile

Altra giornata trionfale per l’Italia, che grazie a Niccolò Campriani, Tania Cagnotto e la squadra della spada maschile aggiungono tre medaglie (di tutte e tre i metalli) al già ricco bottino azzurro. Grenot in finale nei 400, Viviani secondo nell’omnium, solo sesta la Tartaglini nella vela

Tania Cagnotto, bronzo nel trampolino da 3 metri (LaPresse/Gian Mattia D'Alberto)

Tania Cagnotto, bronzo nel trampolino da 3 metri (LaPresse/Gian Mattia D'Alberto)

Rio de Janeiro, 15 agosto 2016 – Un oro, un argento e un bronzo: questo il ricco bottino per i nostri atleti al termine di una nona giornata di gara ricca di emozioni e soddisfazioni alle Olimpiadi di Rio 2016. Niccolò Campriani e Tania Cagnotto entrano di diritto nella leggenda dello sport azzurro, mentre la spada maschile rende un po’ meno povero il bottino della scherma.

DOPPIETTA – Il secondo oro di Niccolò Campriani in questa Olimpiade (il terzo in carriera dopo quello di Londra, conquistato proprio nella carabina tre posizioni da 50 metri ) è arrivato al termine di un’estenuante battaglia con il russo Sergey Kamenskiy, in una finale conquistata dal cecchino di Sesto Fiorentino per il rotto della cuffia, in ottava posizione. Tutto “back to zero” all’inizio del round decisivo per l’assegnazione delle medaglie, con Campriani che ne approfitta per portarsi subito in testa, nelle prime due posizioni – seduto e sdraiato – di sparo. Da subito, il tiratore toscano inizia un appassionante testa a testa con il susso Kamenskiy, che prima gli rimane in scia, poi lo supera all’inizio degli spari finali, quelli da effettuare in piedi. Campriani dà l’impressione di essere più provato, stanco, rispetto al proprio avversario, ma la distanza tra i due cecchini, comunque, non supera mai i due punti. All’ultimo sparo, quello decisivo, Campriani ci arriva con la medaglia d’argento già in tasca e 6/10 di punto da recuperare all’avversario. Il primo a sparare è proprio l’azzurro, che raccoglie un non esaltante 9.2. Sembra fatta per Kamenskiy, ma il russo sbaglia clamorosamente, non riuscendo a far meglio di un 8.3 che consegna la vittoria a Campriani. «Alla fine non ne avevo più, l'oro di oggi è stato un regalo – ha confessato Campriani al termine della finale. Negli ultimi giorni, dopo il primo oro, avrò dormito sì e no 10 ore. Ho cercato di prendere tutto alla leggera, senza preoccupazioni, altrimenti sarei scoppiato. Ho passato le qualificazioni per un pelo e oggi sono stato fortunato. Kamenskiy è stato il migliore oggi, ma sono contentissimo per la finale che ho fatto. Arrivare a due ori è davvero pazzesco, non me lo sarei mai aspettato». Infine, una confessione: «Ero sicuro che questa sarebbe stata la mia ultima gara, ma in finale mi sono divertito. Vediamo cosa mi riserverà il futuro...». Che sia un appuntamento per Tokyo? Lo vedremo, in ogni caso quella dell’ingegnere toscano, grazie ai tre ori e all’argento conquistati tra Londra e Rio, è già una carriera straordinaria. Come straordinario è il bottino dell’Italia del tiro a queste Olimpiadi: tre ori e altrettanti argenti fanno di questa disciplina la più vincente di tutta la spedizione azzurra in Brasile.

FRANCIA TROPPO FORTE – È andata un po’ peggio di come ci si potesse aspettare, invece, per quel che riguarda la scherma. Ad ogni modo, nell’ultima gara del programma olimpico di Rio, quella della spada a squadra, i nostri portacolori sono riusciti a conquistare una preziosa medaglia d’argento, battuti solo dalla Francia bicampione in carica. 45-31 il risultato di una finale senza storia dalle prime stoccate, con gli spadisti transalpini bravi a prendere subito vantaggio e a dilatarlo sempre, assalto dopo assalto. Nulla da fare, dunque, per Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli, che possono essere più che soddisfatti per una medaglia che all’inizio della giornata era tutt’altro che scontata: nei quarti, infatti, i nostri hanno dovuto superare un ostacolo come la Svizzera, che negli ultimi anni aveva rappresentato la bestia nera degli spadisti azzurri, mentre in semifinale l’Italia si è trovata di fronte i campioni del mondo dell’Ucraina. Entrambe le sfide sono state brillantemente superate dai nostri, che si sono imposti 45-32 nei quarti e poi 45-33 in semifinale, ma contro la fortissima Francia non c’è stato davvero nulla da fare.

LEGGENDARIA TANIA – Sulla carta, il bronzo conquistato da Tania Cagnotto nel trampolino da 3 metri è la medaglia di minor valore vinta dagli azzurri oggi. Solo sulla carta, perché in realtà l’impresa portata a termine della campionessa bolzanina è di quelle che rimarranno nella storia: perché, nell’ultima gara della carriera, Tania ha conquistato quella medaglia olimpica individuale che ancora mancava dal suo straordinario palmares e che a Londra aveva mancato per una manciata di decimi di punto; e perché per vincerla, la Cagnotto (che lo scorso maggio ha compiuto 31 anni) ha dovuto sfoderare la migliore prestazione personale in carriera, chiudendo i sei tuffi di finale con lo strepitoso punteggio di 372,80. Imprendibili le cinesi Shi Tingmao e He Zi, la Cagnotto ha dovuto vedersela con Jennifer Abel: la giovane canadese, in testa prima dell’ultimo tuffo, ha dovuto inchinarsi all’avversaria, capace di sfoderare nel momento decisivo un sublime doppio e mezzo rovesciato da 81 punti, che è valso il sorpasso per il podio. «In tutta sincerità – confessa a fine gara la Cagnotto – non pensavo di tornare a casa con due medaglie. Ero già contenta con il sincro, oggi volevo solo godermela. Sapevo che era la mia ultima gara della mia carriera, ho saltato col cuore, ho saltato per me, per fare il mio record. Il record è arrivato e alla fine è arrivata pure la medaglia, un bronzo che vale come un oro». Ora per Tania si apre una nuova vita; quella da tuffatrice, che l’ha vista vincere due medaglie olimpiche e un titolo mondiale, è stata davvero eccezionale.