Giovedì 16 Maggio 2024

Mineo: "Mi scuso, non volevo fare riferimenti sessisti"

Ier i l'attacco: "Il premier subalterno a una donna bella e decisa"

Corradino Mineo, marcia indietro dopo l'attacco a Renzi (Ansa)

Corradino Mineo, marcia indietro dopo l'attacco a Renzi (Ansa)

Roma, 5 novembre 2015 - "Renzi subalterno a una donna bella e decisa", aveva attaccato ieri Corradino Mineo. Oggi arrivano le scuse: "Ho risposto a una mascalzonata, la riesumazione ad opera di Renzi di un mio vecchio sms privato per poter dire a Vespa che mi sarei dovuto dimettere da senatore e invece sarei rimasto per amore della poltrona - ha detto -, con quella che è parsa un'altra mascalzonata". In pratica una marcia indietro. E dalla sua pagina Facebook squaderna la rassegna stampa dopo la sua uscita di ieri. "'Renzi in mano a una donna', il Giornale; 'Succube di una bella donna', il Fatto. Stefano Fassina mi ha invitato a scusarmi. Mi scuso - afferma allora il senatore ex Dem - per aver dato la stura a interpretazioni siffatte". E continua: "Non mi interesso di fatti privati, non intendevo fare riferimenti 'sessisti', come dice il Corriere, né mandare 'pizzini', come scrive Repubblica", assicura oggi Mineo.

"Non volevo dire nulla di male - ha aggiunto Mineo 'All'Aria che tira' - parlavo in generale. Renzi talvolta è subalterno ai suoi collaboratori. Io so che non credeva né nella riforma costituzionale, né della scuola. Ma i suoi lo hanno forzato, è un leader fragile. Mi scuso se qualcuno ha visto allusioni sessiste, ma io non volevo fare alcun riferimento sessuale. Sono gli altri ad essere 'fissatì. I giornali hanno usato le mie parole per portare in prima pagina quello che girava come pettegolezzo. Ma io non volevo. Renzi è subalterno a Boschi. Ma politicamente, non c'è nulla di sessuale".