Lunedì 13 Maggio 2024
PINO DI BLASIO
Esteri

Marò, tutte le bugie degli indiani. Ai giudici il dossier di Qn

Battaglia decisiva davanti all'Arbitrato dell'Aja

I due marò Girone e Latorre

I due marò Girone e Latorre

Roma, 21 novembre 2015 - LA BATTAGLIA diplomatica sta per entrare nel vivo, la Farnesina ha solo fatto vedere il fiammifero con il quale è pronta ad accendere le polveri davanti al Tribunale Arbitrale dell’Aja. Perché l’annuncio del ministro di voler chiedere al Tribunale speciale la possibilità di far tornare in Italia anche Salvatore Girone è solo un atto preliminare.

IL PUNTO vero è: le prove delle carte false dell’India, evidenziate dall’inchiesta del Qn. Il Tribunale arbitrale è stato costituito il 6 novembre, i due nomi che mancavano sono stati scelti dal presidente Vladimir Golitsyn, che è anche il presidente del Tribunale del Mare di Amburgo. La prima riunione del Tribunale sarà l’occasione utile per discutere le misure urgenti richieste dall’Italia e dall’India. Per l’Italia la più importante sarà il ritorno di Girone, ma non sarà la sola; le prerogative delle controparti sono molteplici.

Del pacchetto italiano farà parte anche il dossier con le tante incongruenze emerse nell’inchiesta indiana sui due pescatori morti, rivelate in esclusiva dal Qn il 26 ottobre. Dalle rotte manipolate delle due imbarcazioni, della petroliera Enrica Lexie e del peschereccio St. Antony, con la distanza ridotta di 900 metri per giustificare gli spari sul fianco destro del peschereccio. Fino ai proiettili estratti dai corpi dei pescatori, diversi e più grandi rispetto a quelli in dotazione dei fucilieri italiani. Come evidenziato anche dall’esame del professor Sasikala, incaricato dell’autopsia. Ma saranno richieste di una fase successiva, tappe di una procedura arbitrale che durerà da 2 a 3 anni. E che sarà giocata anche con mosse al limite, come le richieste di ricusazione di qualche arbitro.

Già, gli arbitri. Quello designato dall’India è Chandrasekhara Rao, giudice ad Amburgo da quasi 20 anni. Mentre l’italiano, il professor Francesco Francioni, docente di diritto internazionale all’Istituto universitario europeo di Firenze e alla Luiss di Roma, è stato designato giudice ad hoc solo da pochi mesi. Anche il giudice coreano, Jin Hyun Paik, è membro del tribunale di Amburgo, mentre il giamaicano Patrick Robinson viene della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ed è stato presidente del Tribunale penale internazionale sulla ex Jugoslavia.

CINQUE arbitri e tanti dilemmi, un lungo elenco di eccezioni procedurali. L’India insisterà sul fatto che la giurisdizione del Tribunale arbitrale non può estendersi alla «questione marò». Ma aveva presentato la stessa obiezione ad Amburgo, davanti al Tribunale del Mare. L’India continua a sostenere che «l’incidente riguarda la morte di due pescatori indiani che si trovavano a bordo di un’imbarcazione indiana, il St. Antony, di cui sarebbero responsabili due fucilieri in servizio a bordo della Enrica Lexie, con esercizio della competenza indiana».

L’esito ad Amburgo non è stato quello sperato da New Delhi. E, a parte i ministri e le autorità dei rispettivi Paesi, i cinque arbitri sono refrattari alle sollecitazioni esterne. Siamo ancora nelle more della sentenza del 24 agosto, che ha imposto all’India di sospendere ogni giurisdizione sul caso, ma ha anche respinto la richiesta italiana di far rientrare Girone e di far restare qui Massimiliano Latorre durante la procedura arbitrale.