Martedì 7 Maggio 2024

Legge stabilità, primo via libera dall'Ue. Cdm: sì a modifiche, deficit al 2,6%. Padoan: "Nessuna resa a Bruxelles"

Il commissario Katainen: nessun caso di seria violazione nell'Eurozona. Il Def corretto torna in Aula al Senato, ma è scontro sul voto

il commissario Ue agli affari economici, Jirky Katainen, e il ministro Pier Carlo Padoan (Lapresse)

il commissario Ue agli affari economici, Jirky Katainen, e il ministro Pier Carlo Padoan (Lapresse)

Roma, 28 ottobre 2014 - La Commissione europea al momento non giudica alcuno stato dell'Eurozona in "significativa violazione" delle norme Ue di bilancio. Lo scrive il commissario Ue agli affari economici, Jirky Katainen, in una nota in cui dà di fatto un primo via libera alle manovre di Italia, Francia, Austria, Slovenia e Malta, cioè i cinque stati considerati a rischio di "seria violazione" delle regole e ai quali la Commissione ha inviato la settimana scorsa lettere di avvertimento. La Commissione, comunque, si riserva il giudizio più approfondito a novembre, quando valuterà anche eventuali "mancanze o rischi".

E, in serata, è arrivato anche l'ok del consiglio dei ministri alla variazione della nota di aggiornamento al Def: la modifica - si legge nel comunicato di Palazzo Chigi - giunge proprio dopo "le osservazioni formulate dalla commissione europea" e "recepisce gli effetti delle misure aggiuntive che il governo italiano ha indicato nella lettera inviata il 27 ottobre scorso (IL TESTO INTEGRALE) dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, al vice presidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, per rafforzare lo sforzo fiscale per il prossimo anno". 

"Il miglioramento complessivo del deficit atteso per il 2015 è pari a circa 4,5 miliardi di euro che porta l'indebitamento netto nominale al 2,6% del PIL. L'indebitamento netto strutturale registrerà un miglioramento di poco superiore allo 0,3%, sostanzialmente in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee - scrive governo -. La struttura del disegno di legge di stabilita' per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese. La relazione passa ora all'esame delle Camere".

PADOAN - "Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell'Unione europea vuol dire che anche l'Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione", ha commentato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere con la Commissione europea un dialogo aperto - afferma Padoan - Il nostro budget è stato costruito con un mix di misure di politica economica che nel loro disegno unitario perseguono 3 obiettivi: 1) spingere l'economia italiana fuori dalla recessione, 2) finanziare la prima fase di implementazione delle riforme strutturali che il Paese sta realizzando gia' in questi messi, 3) Tenere i conti sotto controllo in modo da ridurre progressivamente il rapporto debito/Pil''. ''Abbiamo proposto alla Commissione - ha spiegato Padoan - alcune misure aggiuntive al budget che tuttavia consentono di confermare l'impostazione iniziale e di stimolare la ripresa economica soprattutto attraverso la riduzione delle tasse - in particolare sul lavoro e sull'impresa - compensata da tagli di spesa. Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell'Unione europea vuol dire che anche l'Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione''. 

Il governo prosegue il suo impegno per garantire ''un equilibrio non facile tra il risanamento delle finanze pubbliche e lo stimolo alla crescita'', ha assicurato Padoan nel corso del suo intervento davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. In merito al nuovo intervento sul deficit ha spiegato che ''questo sforzo ulteriore rappresenta un impegno notevole per un Paese che è al terzo anno di recessione''. Le "misure programmate (nella manovra) sono pienamente coerenti con il piano di riforme programmate - ha aggiunto -. L'effetto macroeconomico delle misure aggiuntive non alterano le previsioni programmatiche".

Padoan ha anche ribadito che non c'è stata "nessuna resa alla Unione europea". Questo aggiustamento, ha anzi rivendicato il ministro dell'Economia, "dimostra che la flessibilità è possibile". "L'aggiustamento richiesto all'Italia era dello 0,7% del Pil - ha spiegato -. Si è arrivati invece allo 0,3% perché si tratta di una delle prime applicazioni a mia conoscenza della piena applicazione del principio di flessibilità contenuto all'interno delle regole europee". Padoan ha anche aggiunto che con la correzione alla legge di Stabilità "si sottraggono risorse, ci sarà un effetto espansivo minore rispetto all'iniziale stesura. Ma l'impatto (della manovra) dipende dalla composizione delle misure più che dalla loro dimensione''.

Le tre misure scelte per fare la correzione chiesta dall'Ue "sono il male minore", ha detto ancora replicando alle domande rivolte dai parlamentari in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Le misure sono state scelte "proprio" con l'ottica di "evitare di alterare il disegno complessivo della legge di stabilità". Padoan ha anche sottolineato che una eventuale ''procedura (di infrazione) non è ancora scongiurata. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito". Ma il governo è impegnato a rivedere le regole.

OPPOSIZIONI: SI RIVOTI IN AULA - Le opposizioni però hanno subito richiesto di rivotare il Def in aula con voto qualificato. "Non pensi il governo, di limitarsi a una mera discussione in Aula della Nota di aggiornamento al Def'', ha tuonato il capogruppo di Fi, Renato Brunetta secondo il quale il Def deve ''ricominciare da zero il suo iter, con voto in aula ''a maggioranza assoluta''. Hanno attaccato il ''governo dei pasticci contabili'' anche i 'cittadini'-deputati del M5s: ''visto che i saldi si riaprono - dice la nota del gruppo dei grillini - il governo dovrebbe lasciare spazio e sovranita' al Parlamento per costruire una Stabilità orientata agli investimenti e allo sviluppo''. Di diversa opinione il governo e la maggioranza. "Riteniamo che il Parlamento abbia già approvato l'autorizzazione allo scostamento dal pareggio - ha argomentato il ministro per le riforme Maria Elena Boschi - e quindi potrebbe non essere necessario ripetere il voto, ma saranno i presidenti delle Camere a concordare le modalità". La riunione dei capigruppo di Palazzo Madama ha già approvato l'esame in aula, mentre la Camera deciderà domani. Spetterà ora a Grasso e Boldrini decidere sulle modalità di voto, se basti la maggioranza semplice o serva la maggioranza assoluta.