Giovedì 16 Maggio 2024

Le primarie agitano i democraticiVeneto, la Moretti accetta la sfida

Antonella Coppari ROMA NELL'ETERNO braccio di ferro con Renzi, finalmente qualcosa la spuntano pure i suoi oppositori. Poi si stabilirà se è stato il premier magnanimo a concedere spazio al Pd locale oppure il gol è solo merito di una minoranza agguerrita. In ogni caso, in Veneto si andrà alle primarie che consentiranno di scegliere fra Alessandra Moretti e qualche soluzione alternativa come la Rubinato per individuare il candidato anti-Zaia alle regionali del 2015. Pungolata dagli uomini di Cuperlo che hanno benedetto la sua candidatura al pari di Renzi & co. l'ex portavoce di Bersani accetta la sfida. E «per evitare la spaccatura del partito» decide di mettersi in gioco come «richiesto dal segretario regionale De Menech», gettando sulla bilancia il peso delle 230mila preferenze ottenute alle europee. In cambio della duttilità ottiene che la consultazione sia anticipata di due settimane: si farà il 30 novembre, per tamponare il rischio che l'eccessiva vicinanza alle feste natalizie determini un flop. Ai tempi del Pci si sarebbe detto «contrordine compagni». Tutto faceva pensare che le primarie sarebbero saltate; la Moretti aveva detto che sarebbe scesa in campo solo se avesse avuto tutto il partito dietro. Siccome sul suo nome convergeva larga parte del Pd, si riteneva che l'annullamento benedetto al Nazareno potesse essere indolore. Però: la Rubinato (renziana) non si voleva ritirare, alcune federazioni (Treviso) erano sul piede di guerra e diversi big come la Puppato erano contrari. E così, dopo una settimana di tira e molla, un vertice nella capitale con il vicesegretario Pd Guerini, in Veneto si evita il disastro con la decisione della Moretti di sottoporsi al test del voto dei militanti. «Le regole vanno rispettate. Siamo tornati sulla strada maestra», esulta Davide Zoggia (area Cuperlo). E la direzione regionale ha votato a larga maggioranza la nuova data delle primarie. Non par vero alla minoranza di aver guadagnato un punto mentre Renzi continua a schiaffeggiarla. «Noi non avevamo problemi a evitare la consultazione continua l'ex responsabile degli enti locali però dovevano essere gli esponenti della maggioranza a chiederlo». Incalza Stumpo: «Secondo lo statuto serve il 60% dell'Assemblea per non farle». E la Rubinato: «Prima battaglia vinta». C'È QUALCHE mugugno dei civatiani per i tempi stretti per trovare un candidato: le 4mila firme vanno presentate entro il 17 novembre. Recuperate le primarie in Veneto, rimane il dubbio sulla salute di questo congegno renziano' che appare in ombra. O perché non utilizzato (Piemonte) o perché registra scarsa partecipazione (Emilia e Calabria) o perché non determinante per la scelta dei cavalli vincenti' se Gentiloni, Pinotti e Faraone arrivati terzi alle rispettive primarie sono stati premiati con un posto al governo. Netta la Serracchiani: «Resta lo strumento principale di scelta dei candidati».