Lunedì 29 Aprile 2024

KOVACIC E PALACIOPAZZA RIMONTA

Giulio Mola Milano L'INTER si smarrisce per un tempo nella nebbia milanese, poi ritrova con orgoglio la giusta strada e inchioda la Lazio sul pareggio (2-2) che però non fa felice nessuno: i nerazzurri, che restano a 6 punti dalla zona Champions, e i biancocelesti, che al cambio di campo si erano illusi di poter trascorrere il Natale in solitudine al terzo posto in classifica. Protagonisti della serata Felipe Anderson, che per quarantacinque minuti ha fatto ammattire Ranocchia e soci, e poi Kovacic, che da solo nella ripresa ha guidato l'Inter alla riscossa, spianando la strada del pareggio con il fantastico gol dell'1-2. Ma è stata anche la serata di Palacio, che finalmente è riuscito a rompere il ghiaccio: a lui il merito di aver evitato una sconfitta ai nerazzurri che chiudono con una prova di carattere un (già) complicatissimo 2014. Un sospiro di sollievo per Massimo Moratti, tornato allo stadio due mesi dopo le dimissioni dalla carica di presidente onorario. Si dice che quando inizi la giornata alzandoti col piede sbagliato c'è solo da aspettarsi che tutto vada storto. In parte è quel che è successo ieri all'Inter, almeno nel primo tempo. Messi male in campo con uno strano 4-3-3 e Nagatomo esterno offensivo, dopo appena novanta secondi i nerazzurri andavano già sotto con Felipe Anderson che, ben servito da Radu, rubava il tempo a Ranocchia e di sinistro beffava Handanovic. Colpo durissimo e padroni di casa subito piegati sulle ginocchia. Dopo dieci minuti di confusione totale Mancini rimetteva a posto qualcosa, arretrando Nagatomo e spostando più avanti Dodò. E almeno per qualche minuto l'Inter ha provato a reagire, cercando di giocare in profondità. Le uniche conclusioni pericolose, però, arrivavano dal piede di Guarin perché in fase di costruzione c'era sempre un passaggio di troppo negli ultimi 20 metri. Ma il centrocampo, nonostante la buona vena di Kovacic, non riusciva a oscurare il faro laziale Ledesma e così dopo l'ennesimo svarione difensivo (Ranocchia anticipato di testa a metà campo) Felipe Anderson percorreva 40 metri in solitudine invano rincorso da Juan Jesus e faceva ancora centro. Mancini metteva dentro Medel per l'inutile Dodò e ripresa con un atteggiamento più propositivo dei nerazzurri. Dopo l'occasione sprecata da Icardi (13') e il tiro respinto di Kuzmanovic (15'), Kovacic (20') riapriva i giochi con uno spetacolare destro al volo da 20 metri. Il gol caricava l'Inter che continuava a sfondare sulla corsia destra d'attacco e agguantava con merito il pareggio (34') con una zampata in mischia di Palacio. Gara finita? Macchè. Mancini chiedeva l'ultimo sforzo, e Kovacic per un soffio non centrava il clamoroso 3-2. Ma il pari resta il risultato più giusto. E la Champions resta un sogno da condividere in gruppo