Lunedì 6 Maggio 2024

Isis, dopo Kobane, l'ostaggio Cantlie va in video con un 'reportage' da Mosul

Il giornalista britannico prigioniero in Iraq, tesse le lodi della città di Mosul in mano ai jihadisti

Il reportage di John Cantlie da Mosul: il reporter è ostaggio dell'Isis in Iraq

Il reportage di John Cantlie da Mosul: il reporter è ostaggio dell'Isis in Iraq

ROMA, 3 gennaio 2015 - Dopo il video diffuso a fine ottobre ("Sono a Kobane"), su YouTube esce un nuovo video del giornalista britannico John Cantlie, ostaggio dell'Isis in Iraq, dal titolo "From inside Mosul". (GUARDA I FERMO-IMMAGINE) Nelle immagini pubblicate sul web, quasi una sorta di reportage di 8 minuti, si vede Cantlie, senza barba, mentre tesse le lodi - in inglese e con piglio da cronista - della città di Mosul in mani ai jihadisti dello Stato islamico: gira in auto assicurando che la città è tranquillissima e si lavora, entra in un mercato ricchissimo di merci esposte, si fa dare un passaggio dalla polizia, guida una moto per le strade della città la sera, entra in un ospedale ed elogia l'efficienza dei medici.

Mosul é considerata una delle roccaforti dell'Isis, accusato di aver saccheggiato anche le casseforti in città della banca centrale, andando ad aumentare le sue ricchezze legate al petrolio.

Tra i primi commenti a caldo, c'è chi parla di schiaffo alla stampa occidentale o al contrario di sindrome di Stoccolma, con il reporter che sembra aver abbracciato la causa dell'Isis. Si tratta di un filmato in cui Cantlie appare libero, vestito e rasato con cura e in buona salute rispetto ai video precedenti, dove vestiva l'ormai classica tuta arancione. Racconta la città con toni decisamente positivi, tessendo le lodi della gestione dello Stato Islamico.

Ecco solo qualche esempio del tono del reportage: "I media dipingono la vita nello Stato Islamico come quella di una società depressa", in cui la gente cammina in strada sottoposta a un "regime totalitario. Invece la vita è business as usual nonostante un dicembre freddo ma soleggiato". E ancora: le ricostruzioni dei media sono "ingannevoli, per strada di sono migliaia di iracheni che girano dopo decenni di regime di Saddam", afferma Cantlie, alla guida di un'auto per le strade della città. "Dopo il caso dell'invasione americana, i sunniti musulmani possono camminare per strada". E "nel 'suk' di Mosul, si può acquistare di tutto. Questa non è una città che vive nelle paura come i media occidentali vogliono dipingerla. È una città normale: ci sono molte luci al neon". Nel maggiore ospedale di Mosul, il giornalista mostra il reparto dei bambini vittime di guerra. "All'ospedale c'è energia elettrica", non è come dipingono gli occidentali un luogo in cui l'elettricità c'è solo poche ore al giorno, spiega. Il lungo filmato si chiude con Cantlie che si rivolge a un drone della coalizione, che sta sorvolando la città: "Fate qualcosa, siete inutili", grida.