Mercoledì 1 Maggio 2024

Isis, Cameron chiede raid in Siria

Intervenendo alla Camera dei Comuni il primo ministro bruitannico ha chiesto al Parlamento di autorizzare bombardamenti in Siria per sconfiggere il terrorismo che ha già puntato le armi contro il Regno Unito

David Cameron (Afp)

David Cameron (Afp)

Londra, 26 novembre 2015 - "Raid in Siria contro l'Isis". Li ha chiesti il premier britannico David Cameron al Parlamento di Westminster, "per fermare il terrorismo" che avrebbe già puntato le armi sul Regno Unito, in particolare Londra. Il voto è atteso per la prossima settimana. Se è quasi certo il no dello Scottish national party, entrato in Parlamento dopo le elezioni dello scorso 7 maggio, non si sa esattamente quale sia la strategia del partito laburista, guidata dal pacifista Jeremy Corbyn. Per Cameron, però, non ci sono alternative: "Il Regno Unito - ha detto intervenendo alla Camera dei Comuni - deve unirsi alla coalizione internazionale e allargare i bombardamenti dall'Iraq, dove già effettua raid da tempo, alla Siria". Con un'accelerazione evidentemente causata dai tragici fatti di Parigi dello scorso 13 novembre. "Ci sono le basi giuridiche per un'azione militare in Siria" ha aggiunto. "Ogni giorno in cui non agiamo è un giorno in cui lo Stato islamico cresce, diventa più forte e trama altri attacchi. Dobbiamo colpire questi terroristi ora". Nel merito, Cameron ha spiegato: "Il nostro approccio è costituito da quattro pilastri: un piano antiterrorismo a 360 gradi per evitare attacchi in patria e che l'ideologia velenosa alimenti altre minacce; il sostegno a un processo diplomatico e politico, in cui è vitale avere tutti gli attori regionali intorno a un tavolo, inclusi Iran e Russia; l'azione militare, che funziona in Iraq e può funzionare anche in Siria; l'aiuto umanitario di grande entità e la strategia di stabilizzazione sul lungo periodo". Quanto al rischio che un'azione militare contro il Regno Unito lo esponga a 'rappresaglie' da parte dell'Isis Cameron ha replicato: "Il Regno Unito è già tra i Paesi che l'Isis vuole colpire. L'Unica cosa da fare è affrontare la minaccia adesso". Il primo ministro cita anche dei rapporti dell'intelligence: "Tutte le consulenze e i consigli da parte di esperti militari, diplomatici e di sicurezza dicono che sì, i rischi della mancanza di azione sono maggiori" di quelli legati all'inazione.