Giovedì 16 Maggio 2024
OLIVIA POSANI
Politica

E' guerra ai furbetti del cartellino. "Statali licenziati entro un mese"

Via anche i dirigenti complici. Madia: "Norme cattive ma giuste"

Matteo Renzi e Marianna Madia (Lapresse)

Matteo Renzi e Marianna Madia (Lapresse)

ROMA, 16 GIUGNO 2016 - LA RIFORMA Madia rievoca il volto, pardon, le mutande del vigile che a Sanremo firmava il cartellino senza nemmeno fare la fatica di vestirsi. Lui è stato arrestato e ora fa l’aggiustatutto. I suoi epigoni, e in Italia sono tanti, rischiano di fare la stessa fine in tempi molto stretti. Il consiglio dei ministri ha approvato quattro decreti attuativi della riforma sulla Pubblica amministrazione varata a gennaio, tra cui spicca quello sui licenziamenti lampo per i dipendenti pubblici che vengono colti in flagrante a timbrare l’entrata (per sé o per altri) per poi precipitarsi in palestra, a fare la spesa, a coltivare l’orto. «In soldoni accade che chi viene beccato a timbrare il cartellino e ad andarsene vede finire la pacchia». Per il ministro della Pa, Marianna Madia, si tratta di «norme cattive ma giuste».

L’ULTIMA STESURA del decreto contiene alcuni ritocchi che tengono conto del dibattito svoltosi in Parlamento e dei rilievi del Consiglio di Stato. Ma la sostanza non cambia: chi è sospettato di essere un fannullone verrà sospeso in 48 ore, avrà due settimane per difendersi e altre due per essere sbattuto fuori. In attesa del verdetto il dipendente rimarrà senza stipendio, ma potrà contare su un ‘assegno alimentare’ equivalente alla metà del salario base. Tempi stretti, dunque, e blindati: due giorni per applicare la sospensione cautelare con ‘contestuale’ contestazione dell’addebito, 30 giorni (finora erano 120) per arrivare al licenziamento. Il dipendente sarà convocato per il contraddittorio con 15 giorni di preavviso. Gli altri 15 serviranno a completare l’istruttoria. Rischiano forte anche i dirigenti: «Per chi si gira dall’altra parte è previsto il licenziamento come sanzione definita», spiega Marianna Madia. Finora si rischiava solo la sospensione. Il licenziamento non è invece automatico quando si tratta di omissione d’atti d’ufficio. In questo caso per chi non ha fatto partire subito il procedimento disciplinare è prevista la segnalazione all’autorità giudiziaria. È il giudice che deve valutare se ci sono gli estremi per contestare il reato di omissione degli atti d’ufficio, che ha una rilevanza penale. Sui licenziamenti, ha sottolineato la Madia «ci sono norme più rigide che nel privato».

DIVENTANO LEGGE anche la Scia Unica (Segnalazione certificata di inizio attività), la Scia2 (un codice che detta le istruzioni per l’uso) e la Conferenza dei servizi. Tutte norme che si pongono l’obiettivo di garantire tempi e procedure certe nella definizione delle autorizzazioni. La Scia si potrà presentare anche in via telematica con un unico modulo che verrà pubblicato sul sito della Pa, valido in tutto il Paese.

Sulla segnalazione certificata, che serve a far partire una serie di attività soprattutto legate all’edilizia, il testo finale precisa che gli enti locali non potranno effettuare richieste ulteriori rispetto a quelle del modello standard, per assicurare che la procedura telematica scritta nella riforma sia davvero la strada unica chiesta dall’amministrazione pubblica. Entro 30 giorni la Pa dovrà dare il via libera anche con silenzio assenso. Riduzione dei tempi anche per la nuova Conferenza di servizi, che si riunirà in via telematica: «Finora poteva durare otto o nove anni, ora potrà andare avanti per massimo cinque mesi», ha spiegato la ministra della Funzione pubblica. «Più volte – ricorda Renzi – ho definito la Conferenza dei servizi una terapia di gruppo. Ora tutto è più semplice e c’è certezza sui tempi».