Giovedì 2 Maggio 2024

Ue: "L'Italia sposti il carico fiscale dal lavoro alla casa". Renzi: "Quali tasse tagliare lo decidiamo noi"

Meno alleggerimenti o più uniformità con il quadro europeo per alleggerire il carico fiscale sul lavoro. In attesa del varo della legge di Stabilità, che il 15 ottobre andrà trasmessa alla Commissione, Bruxelles prova a dettare l'agenda

Matteo Renzi all'apertura della 70esima assemblea generale dell'Onu (Lapresse)

Matteo Renzi all'apertura della 70esima assemblea generale dell'Onu (Lapresse)

Roma, 28 settembre 2015 - L'Italia è fra i paesi Ue che dovrebbe provvedere a ridurre il peso "complessivo" degli oneri fiscali sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda i redditi più bassi. Lo sottolinea il rapporto 2015 sui sistemi fiscali nei paesi Ue (che ha fatto infuriare Renzi), pubblicato oggi dalla Commissione. In particolare, secondo lo studio, il livello della necessità potenziale di riduzione degli oneri dipende da un lato dall'aliquota fiscale implicita, dall'altro dal cuneo fiscale: se sono più alti della media europea, com'è il caso per l'Italia, il Belgio, la Repubblica Ceca, la Francia, l'Ungheria e la Finlandia e se, oltretutto, il tasso di occupazione è inferiore alla media Ue, allora la necessità potenziale è maggiore.

'INTERVENIRE, GRAZIE' -  L'indicazione generale ed espressamente indicata come valida anche per l'Italia, è che occorrerebbe intervenire sul "generoso sistema di alleggerimento fiscale e di esenzioni" che "dato il basso livello della tassazione periodica sulla proprietà, rende la casa sottotassata rispetto ad altri investimenti privati". Bruxelles riconosce che promuovere la proprietà della casa "può essere considerato un importante obiettivo politico, ma non è improbabile che sgravi fiscali concessi a tale scopo potranno invece provocare aumenti dei prezzi particolarmente quando l'offerta è rigida, rendendo alla fine più difficile diventare proprietari di casa specialmente per i giovani e le famiglie meno abbienti". 

IMPATTO PRATICO - In Italia, calcola la Commissione europea, "rimuovere le facilitazioni fiscali sulla casa avrebbe un impatto sul decile di reddito più elevato, in particolare il 10% più ricco della popolazione, dove si trovano i maggiori beneficiari delle facilitazioni relative alla casa".  Questo decile di contribuenti, se tutte le facilitazioni fossero rimosse,  vedrebbe ridursi il reddito disponibile di circa l'1,5% , mentre i proprietari di case che si trovano nei primi tre decili della distribuzione del reddito perderebbero meno dello 0,5%. I locatari "sarebbero invece "più severamente danneggiati", perché le facilitazioni fiscali nel settore sono proporzionalmente più forti.

COMMISSIONE IN ATTESA - La Commissione europea ha naturalmente rinviato alla valutazione delle legge di stabilità (che dovrà essere pronta entro il 15 ottobre) ogni commento relativo alla decisione italiana di abolire la tassa sulla prima casa. "Non abbiamo per il momento dettagli e analizzeremo le misure e le riforme italiane quando valuteremo il progetto di bilancio", indicano i portavoce di Bruxelles. Oggi la Commissione europea ha pubblicato un rapporto nel quale si insiste nuovamente sulla necessità che l'Italia e altri paesi spostino la tassazione dal lavoro alla proprietà immobiliare e sulla necessità di ridurre le facilitazioni fiscali sulla proprietà immobiliare.

E POI C'E' L'IVA... - Bruxelles va poi all'attacco del "gap sull'Iva significativamente più alto della media Ue", evidenziando "particolare margine di manovra per migliorare l'efficienza del sistema Iva limitando l'uso di tassi ridotti e di esenzioni non obbligatorie".

LA REPLICA DI RENZI - "Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles". Questa la replica premier Matteo Renzi, che attacca: "Compito dell'Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno stato" e "non deve decidere al posto dei singoli governi". E sottolinea: "Confermo che nella Legge di Stabilità ci sarà l'eliminazione della tassa sulla prima casa da ora e per sempre"

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