Lunedì 29 Aprile 2024

Troppi farmaci per gli anziani, c'è il rischio di sbagliarsi

Uno su cinque torna in ospedale per gli effetti collaterali delle terapie. La raccomandazione della Società italiana di medicina interna: limitarsi alle cure essenziali

Roma, 1 marzo 2015 - Quando spuntano i primi capelli bianchi comincia, per molti, anche la giostra dei medicinali da prendere a scopo preventivo. Sartani per chi ha tendenza alla pressione alta, statine con effetto scudo su cuore e arterie, pastiglie per il colesterolo, il diabete, la prostata, antidolorifici per le articolazioni che cigolano. Più o meno la metà delle persone sopra i 65 anni prende abitualmente oltre cinque farmaci al giorno. Dopo un eventuale ricovero ospedaliero il carico aumenta e la maggioranza si ritrova con oltre sei tipi diversi di terapie tra le quali doversi destreggiare. Così nel giro di tre mesi dal primo ricovero un anziano su cinque torna in ospedale per le conseguenze legate a interazioni ed effetti collaterali indesiderati. Lo dimostrano i dati del registro Registro Politerapie della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) che ha affrontato la questione assieme agli specialisti dell’Istituto Mario Negri e del Politecnico di Milano.

Sei pazienti su dieci sono esposti agli effetti di prescrizioni inappropriate. Alle dimissioni al 24% degli anziani viene dato un antidepressivo senza che vi siano segni di sofferenza psicologica, al 63% dei casi si consiglia un gastroprotettore anche se non c'è un effettivo bisogno. Altri fronti vengono trascurati, ad esempio una persona su tre non riceve un antitrombotico che aiuterebbe a proteggerlo dal rischio ictus mantenendo l'efficienza dell'apparato circolatorio. Un utilizzo migliore delle prescrizioni ridurrebbe del 10-15% i ricoveri ospedalieri, afferma il presidente della Simi, Gino Roberto Corazza, e abbatterebbe del 30-40% i costi delle terapie, che oggi sfiorano i 16 miliardi di euro.

Purtroppo la tendenza ad aggiungere farmaci su farmaci non cambia durante il ricovero ospedaliero - spiega da parte sua Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico di Milano - meglio sarebbe riuscire a fare ordine, in questo modo si potrà ottenere anche una maggiore aderenza alle terapie essenziali, presupposto della medicina personalizzata.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale