Giovedì 16 Maggio 2024

Tutti pazzi per i fari del Demanio. Pioggia di offerte, anche dall’estero

Scaduto il bando: sono 39 le proposte per la gestione di undici strutture

PUNTA CAVAZZI Tre le offerte  per il faro di Punta Cavazzi, nell’isola di Ustica

PUNTA CAVAZZI Tre le offerte per il faro di Punta Cavazzi, nell’isola di Ustica

ROMA, 15 GENNAIO 2016 - ASSOCIAZIONI, investitori privati, imprese straniere. C’è davvero la fila per prendere in affitto i fari di proprietà dello Stato. Lo rivelano i numeri pubblicati ieri dall’Agenzia del Demanio, che ha appena chiuso la prima fase dei bandi di gara con i quali, a metà ottobre, aveva messo sul mercato undici immobili di pregio in tutta Italia, alcuni dei quali fanno parte del patrimonio del ministero della Difesa: dalla Sicilia alla Toscana, passando per la Campania.

IL TERMINE per presentare le offerte è stato chiuso da pochissimo, esattamente il 12 gennaio. I bandi prevedevano che i soggetti interessati presentassero un progetto di riqualificazione e valorizzazione, collegato a un’offerta economica, per ottenere un affitto di cinquant’anni. In questo modo, il governo ottiene due obiettivi: innanzitutto mobilita risorse economiche e poi, contemporaneamente, si ritrova un immobile rimesso completamente a nuovo. L’esempio di quello che dovrebbe accadere è il faro di Capo Spartivento, in provincia di Cagliari. Affidato in concessione nel 2005, è diventato un albergo di lusso, attualmente funzionante. In quel caso, è stato mobilitato un investimento di 2,5 milioni, con un canone versato allo Stato di 100mila euro all’anno. Tutti felici, insomma.

Alla scadenza del termine sono arrivate ben 39 proposte per il recupero e il riuso di questi immobili davvero eccezionali. Hanno partecipato imprese e investitori, sia italiani che stranieri, ma anche associazioni sociali e ambientali. In cima alla lista delle preferenze c’è il faro di Capo d’Orso a Maiori, in provincia di Salerno, con sette offerte. Sei proposte sono arrivate per Murro di Porco a Siracusa e per la struttura di Punta imperatore a Forio d’Ischia, vicino Napoli. Da segnalare, poi, la presenza di tre fari toscani: Punta del Fenaio e Capel Rosso, all’isola del Giglio, entrambi con due offerte, e il faro Formiche di Grosseto (tre offerte).

«PER la prima volta in Italia – spiega il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi – abbiamo avviato, grazie alla collaborazione e al sostegno di partner del settore turistico, dell’associazionismo e dello sport, un processo di valorizzazione del sistema dei fari italiani. Fari che non smetteranno il loro uso di lanterne e di sentinelle del mare e che saranno riportati a nuova vita grazie ad interventi di ristrutturazione e di riqualificazione, con benefici economici e sociali sui territori dove si collocano».

ORA che si è chiuso questo primo passaggio, si aprirà il secondo step della gara. Due commissioni, appositamente costituite, una per l’Agenzia del Demanio e l’altra per il ministero della Difesa, procederanno ad aprire le buste con le offerte e verificare il loro contenuto. Le proposte che saranno considerate idonee saranno sottoposte alla selezione finale.