Lunedì 29 Aprile 2024

Wikileaks, l'ex caporale Manning tenta di nuovo il suicidio in carcere

E' la seconda volta. Bradley, 'diventato' Chelsea dopo la condanna a 35 anni per spionaggio, è in isolamento da luglio

L'ex analista Bradley 'Chelsea' Manning, in una foto diffusa dal Pentagono (Ap)

L'ex analista Bradley 'Chelsea' Manning, in una foto diffusa dal Pentagono (Ap)

Washington, 5 novembre 2016 - Il caporale dell'esercito Usa che consegnò nel 2010 a Wikileaks 700.000 file segreti del governo americano ha tentato il suicido in carcere per la seconda volta. Secondo quanto ha riferito il suo avvocato Chase Strangio della American Civil Liberties Union, Bradley Manning che ora è 'diventato'  donna e si fa chiamare Chelsea, ha cercato di togliersi la vita il 4 ottobre scorso, all'inizio dell'isolamento in cui è stata messa nel luglio scorso a causa del precedente tentativo di uccidersi.

Manning, 28 anni, è stata condannata nel 2013 a 35 anni di carcere da scontare in una prigione militare (formalmente è ancora un soldato americano) per spionaggio. Dopo la sentenza annunciò di voler diventare donna e lo scorso anno ha iniziato una terapia ormonale: le è stata infatti riconosciuta una disforia, un "disturbo dell'identità' di genere". 

Attualmente è detenuta nel carcere militare di Fort Leavenworth, in Kansas, e a settembre ha fatto cinque giorni di sciopero della fame fino a quando non convinse l'esercito a impegnarsi per favorire la sua operazione di cambio di sesso.

Strangio ha dichiarato che le autorità hanno rifiutato di "trattare in modo adeguato la sua disforia di genere" e criticato la sentenza che ha costretto Manning alla detenzione in isolamento. "E' stata ripetutamente punita per aver tentato di sopravvivere, ora viene ripetutamente punita per aver tentato di morire", ha aggiunto. Ora, ha precisato l'avvocato, la soldatessa è stata trasferita di nuovo nella sezione normale del carcere.