Martedì 30 Aprile 2024

I dazi di Trump, Renzi: "Zittiti i protezionisti italiani"

L'ex premier: "I teorici della chiusura fanno male all'Italia". Enrico Letta: "Minaccia grandissima, dazi colpiscono tutta Europa"

Il marchio della Vespa, minacciata dai dazi di Trump (Ansa)

Il marchio della Vespa, minacciata dai dazi di Trump (Ansa)

Roma, 31 marzo 2017 - Sulla questione dei dazi minacciati da Donald Trump su molti marchi Ue e del made in Italy intervengono in molti, tra cui due ex premier: Matteo Renzi ed Enrico Letta. Intanto il numero uno della Piaggio Roberto Colaninno replica al presidente Usa: "Stop alla Vespa? La esporteremo dal Vietnam", manda a dire attraverso il Corsera.

MATTEO RENZI - L'ex segretario, ora candidato, Pd la gira in polemica politica: "Per mesi i Salvini e i Beppe Grillo ci hanno fatto la lezione, nei talk e sui giornali: copiate da Trump, il futuro è il protezionismo, la società aperta fa solo danno - scrive su Facebook - E' bastata una indiscrezione sui giornali americani per zittire tutti i protezionisti italiani e per far capire che i teorici della chiusura fanno male all'Italia, tanto male".

E l'ex segretario del Pd continua: "E non solo per la Vespa o per il Cibo. Ma perché siamo un piccolo Paese di appena 60 milioni di abitanti che tuttavia ha una forza evocativa e suggestiva nel mondo micidiale. In questi anni abbiamo finalmente impostato una strategia sull'export con risultati evidenti ma ancora non basta. Dalla globalizzazione l'Italia ha ancora molto da guadagnare".  "Certo - aggiunge Renzi - vanno trovate nuove forme di tutela per le persone che non ce la fanno, per chi sta ai margini. Ma vanno protette le persone, non le merci. E il futuro dei miei figli sarà più forte e più ricco se l'Italia sarà protagonista della società aperta insieme a un'Europa diversa da quella troppo burocratica di oggi. Chi fa paura sul futuro, fa notizia. Ma chi fa progetti sul futuro, fa politica. La differenza tra noi e i populisti, alla fine, è tutta qui. Avanti, insieme", conclude. 

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ENRICO LETTA -  "I dazi di Trump credo siano una minaccia grandissima per le loro conseguenze economiche. - dice invece Enrico Letta a margine di un convegno sull'Europa - È contro l'Europa questa scelta di Trump che sta passando dalle parole ai fatti". "Per gli Usa e per Trump la questione commerciale è diversa rispetto a noi. A noi europei colpisce nel vivo perché produciamo più di quanto consumiamo e abbiamo bisogno di un mercato mondiale per i nostri prodotti. Noi, tedeschi, francesi, spagnoli, siamo sulla stessa barca. L'attacco di Trump tocca e colpisce tutti. E in particolare, in Europa, colpisce in primis i tedeschi e noi".

"L'arma migliore - continua Letta - è commerciare con tutti gli altri Paesi del mondo, a partire dall'Asia», ha aggiunto l'ex capo del Governo, convinto che serva però anche una risposta politica con un'Europa «più unita». Diversamente dagli Stati Uniti, ha infatti osservato, «noi europei abbiamo bisogno del mercato mondiale», producendo più di quello che si consuma. E proprio di fronte alla possibilità di essere colpiti da dazi americani, «ci si rende conto che siamo tutti sulla stessa barca, noi, i tedeschi, gli spagnoli», quindi «un'Europa divisa è l'aiuto migliore per Trump». 

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IL MINISTRO ALFANO - "Innanzitutto è l'ulteriore prova di quanto sia utile l'Europa, perché un conto è difendersi come Italia da ipotesi di dazi, un conto è difendersi come continente politico-istituzionale, con 500 milioni di abitanti, di consumatori e di soggetti 'pesanti' sul mercato. Questa è la conferma che in occasioni difensive, ma anche offensive, è meglio essere europei che essere solo italiani", afferma dal canto suo il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, parlando alle telecamere a margine della ministeriale Esteri della Nato in corso oggi a Bruxelles. "D'altro canto c'è pure da dire che non è stata ancora assunta una decisione da parte degli Usa - aggiunge - Stiamo parlando di indiscrezioni, ipotesi e analisi: prima vediamo cosa si verifica e poi decidiamo cosa fare".

SANGALLI - "I dazi rappresentano un grave danno tanto per chi li impone quanto per chi li subisce", è il commento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. "Siamo gli eredi della tradizione dei mercanti italiani e di Marco Polo - aggiunge - noi crediamo nel principio della libertà del commercio e anche nella forza della qualità del made in Italy. Questo scenario certamente mi preoccupa e mi auguro sia solo un annuncio".