Domenica 5 Maggio 2024

Berlino, caccia ai complici di Anis Amri. E l'agente ferito torna a casa per Natale

Arrestato anche il nipote. Il ministero degli Interno tunisino: "Il ragazzo reclutato dallo zio con cui è rimasto in contatto permanente"

Anis Amri, il killer dell'attentato a Berlino

Anis Amri, il killer dell'attentato a Berlino

Roma, 24 dicembre 2016 - E' caccia a possibili complici di Anis Amri, il tunisino autore dell'attentato di lunedì a Berlino, ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia nella notte tra giovedì e venerdì a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. In Germania centinaia di funzionari, agenti e investigatori delle forze di polizia e dei servizi segreti tedeschi continueranno per tutte le festività natalizie a lavorare all'indagine sulla strage in cui sono rimaste uccise 12 persone. "In Italia cercava coperture", l'allarme lanciato dai Ros. In corso colloquio tra le forze di sicurezza tedesche e italiane. Le operazioni per scovare una possibile rete legata da Amri sono sono in corso anche in altri Paesi: in Tunisia sono stati arrestati tre presunti terroristi, tra cui il nipote del killer di Berlino. Nel fratempo, è stato dimesso nel primo pomeriggio dall'ospedale San Gerardo Monza l'agente di Polizia Christian Movio, il 36 enne rimasto ferito nel conflitto a fuoco con il terrorista da Sesto San Giovanni. Protetto dalle telecamere e accompagnato dai colleghi fuori dall'ospedale, il poliziotto può tornare a casa per le feste e per la convalescenza, in attesa di poter tornare in servizio. "È contento di star bene e pimpante", aveva dichiarato il direttore generale dell'ospedale Matteo Stocco, un paio d'ore prima della dimissione. Non si placa, intanto, la polemica sulla diffusione dei nomi dei due poliziotti coinvolti nell'uccisione di Amri. Gabrielli: "Tutti siamo a rischio, rendere pubblici i nomi non è stato un errore". Oggi è tornata in Italia la salma di Fabrizio Di Lorenzo, l'italiana morta nella strage dei mercatini. 

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"POSSIBILI COMPLICI" - L'attacco portato a termine da Amri, che si è lanciato con un camion sui mercatini di Natale della capitale tedesca, è stato rivendicato dallo Stato islamico (Isis), che ha anche diffuso un video choc nel quale si vede il giovane dichiarare fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi e invitare i "fratelli musulmani" a "uccidere i maiali crociati, ogni persona in base alle proprie possibilità". Gli inquirenti tedeschi ora si domandano se Amri abbia avuto aiuto dei complici nella strage. Il jihadista, quando è stato ucciso, aveva in tasca poche centinaia di euro e nessun telefono. Sarebbe passato in Italia attraverso la Francia. "E' importantissimo per noi stabilire se ci fosse una rete di complici...nella preparazione o nell'esecuzione dell'attentato, oppure nella fuga del sospettato", ha spiegato il procuratore federale Peter Frank. 

"ARRESTATO IL NIPOTE" - Ci sarebbe anche il nipote di Anis Amri tra i membri della cellula terroristica smantellata oggi in Tunisia dalle forze di sicurezza. Si tratta di tre membri, di un'età compresa tra i 18 e i 27 anni. La notizia è stata diffusa il ministero degli Interni tunisino in un comunicato: "Uno dei membri della cellula, il nipote di Amri, si ritiene sia stato in contatto permanente con lo zio, comunicando con lui attraverso telegrammi per sfuggire ai controlli". Il ragazzo avrebbe precisato di essere stato 'reclutato' e convinto dallo zio ad adottare un'ideologia tafikirista (pensiero islamico legato all'idea di jihad) e di prestare giuramento all'Isis. Lo zio avrebbe anche mandato al nipote un'ingente somma di denaro attraverso le poste e gli avrebbe fornito un'identità falsa per permettergli di raggiungerlo in Germania e arruolarsi alla cellula 'tedesca' dell'Isis di Abou Al Wala, di cui lo stesso Amri sarebbe l'emiro. Al momento il pubblico ministero ha disposto per i giovani la custodia cautelare in carcere con il sospetto di appartenere a un'organizzazione in relazione con dei crimini terroristici".

"Amri cercava coperture". Lombardia crocevia degli islamisti

LA FUGA DI AMRI - Amri era nei radar delle autorità antiterrorismo sia della Germania sia dell'Italia. Era entrato in Europa attraverso l'Italia nel 2011, attraversando il mare in un barcone. Arrivato a Lampedusa era stato coinvolto nell'incendio del centro di accoglienza.  Aveva così trascorso quattro anni in prigione in Italia, dove si sarebbe radicalizzato. Dopo aver scontato la pena si era spostato in Germania, nel 2015, approfittando del fatto che i paesi aderenti al trattato di Schengen non hanno controlli di frontiera. Questa circostanza l'ha favorito anche nella sua fuga. Amri è stato poi ucciso a Sesto San Giovanni in un conflitto a fuoco da lui stesso innescato con due agenti di polizia, uno dei quali è rimasto ferito.

MERKEL: GRATI ALL'ITALIA - Intanto la notizia dell'uccisione di Amri campeggia sui giornali del mondo. E in Germania i media non risparmiano polemiche alle forze dell'ordine. "Come ha potuto uno dei terroristi più ricercati d'Europa lasciare la Germania?" si chiede il giornale Die Welt sul suo sito internet, in una non troppo velata critica alle forze di sicurezza del paese. Ieri la cancelliera Angela Merkel ha espresso gratitudine all'Italia e sollievo per la neutralizzazione di Amri, ma ha chiarito che "il pericolo del terorrismo in generale permane". Ha inoltre chiesto un'analisi "completa" di come il jihadista, già noto alle autorità, sia riuscito a sviolare attraverso la rete dei controlli. "Il caso Amri pone questioni", ha detto. "Esamineremo in maniera intensa - ha continuato fino a che livello sarà necessario modificare le procedure ufficiali" in merito al controllo dei migranti e dei richiedenti asilo.