Giovedì 25 Aprile 2024

Trump presidente, Hillary Clinton tradita da operaie e casalinghe

La promessa di un nuovo sogno americano ha conquistato il voto rosa

Hillary e Bill Clinton (Olycom)

Hillary e Bill Clinton (Olycom)

New York, 10 novembre 2016 - Le donne americane hanno voltato le spalle alla Clinton, troppo old style e troppo legata al potere. Con buona pace di Madonna, Lady Gaga, Meryl Streep e del jet set che si era schierato con l’ex first lady pensando di giocare la carta del genere: la prima donna presidente alla Casa Bianca. Ma il tema vincente non era il genere, dicono i dati, era tornare a rendere grande l’America. Donald è volato fra i maschi bianchi (il 12% in più rispetto a Hillary), lei ha avuto maggior seguito tra le donne (il 12% in più di Donald). Ma le lavoratrici, le mogli dei soldati, le americane della classe media hanno votato per Melania. È lei a incarnare il mito americano. Nel 1996, quando i Clinton erano già alla Casa Bianca, Melania sbarcava a New York via Milano, per fare la top model.

È bella e sa stare accanto al marito con garbo e intelligenza. Parla correttamente sei lingue, fra cui italiano, tedesco e francese, ha studiato il cirillico. Dalla Slovenia si è trasferita negli Usa dove ha conosciuto l’uomo della sua vita e dove ha conquistato le copertine dei giornali patinati, come Vogue. Eccolo il mito americano che ha pesato sul voto, il primo con un gender gap mai visto dal 1976 a oggi: le donne laureate hanno preferito Hillary (con il 51% dei consensi), le altre hanno scelto Trump (con il 62%).

Il sito web Buzzfeed aveva profetizzato questo «voto silenzioso» delle donne della porta accanto, anzi delle Ivanka Voters . Ecco l’asso nella manica di Trump. Nelle foto ufficiali dei comizi alle spalle del genitore, oltre a Melania c’è sempre lei, la figlia avuta da Ivana, la prima moglie. Classe 1981, madre, donna manager, una laurea con lode in economia, Ivanka è stata determinante. Come Melania. Anche lei ha calcato le passerelle, prima di dedicarsi alla carriera e alla famiglia. Come lei ha lanciato una linea di gioielli e firma un noto brand (Ivanka Trump Collection: borse, scarpe e abiti). Ma, cosa forse più importante, Ivanka è la vicepresidente della Trump Organization , azienda di famiglia (per intenderci è la Marina Berlusconi americana). Inoltre è diventata ebrea per sposare Jared Kushner, da cui ha avuto tre figli. Fa networking (con l’hashtag #womanwhowork) per aumentare la presenza e il potere delle donne. Nei comizi a sostegno del padre è apparsa bellissima, tacco 12, tubino griffato, eloquio sobrio, quasi a prendere le distanze da certe uscite infelici del padre, anche sulle donne, consapevole del solido ruolo che ora riveste, nell’azienda di famiglia e non solo. Ha 35 anni la figlia, Ivanka, ne ha 46 la moglie, Melania.

Con Trump vincono le donne giovani americane bianche. Che, magari senza troppo clamore in campagna elettorale si sono fidate di Melania e Ivanka Trump e di quel loro ripetere uno slogan semplice: Make America Great Again. La presidenza rosa può aspettare, prima bisogna tornare a far grande l’America.

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