Domenica 5 Maggio 2024

"Scomunica per i preti cacciatori". Gli ambientalisti scrivono al Papa

L’appello dell’Aidaa: è solo violenza, contrasta con il Cristianesimo

Fernandel nei panni del parroco Don Camillo (da il resto del carlino)

Fernandel nei panni del parroco Don Camillo (da il resto del carlino)

Roma, 28 novembre 2016 - «IN ITALIA ci sono oltre 230 preti che praticano attivamente la caccia, e che quindi imbracciano il fucile e vanno per boschi a sparare (e uccidere) gli animali. In particolare la caccia preferita dai preti è quella al cinghiale o al fagiano, ma non disdegnano di sparare ed ammazzare anche lepri e varie specie di uccelli». Lo dichiara Lorenzo Croce, presidente dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA). «Ognuno di questi preti la cui maggioranza è concentrata in regioni quali il Piemonte, il Veneto (ma se ne contano anche in Umbria, Toscana ed Emilia) possiede diversi fucili – aggiunge Croce – fucili che sicuramente non sono strumento di pace e amore, ma di odio e morte per altre specie viventi».    IL PRESIDENTE dell’organizzazione ha inteso denunciare quanto accade, per questo ha pensato di scrivere una lettera aperta a Papa Francesco, per metterlo al corrente della situazione, aggiungendo che molti di questi preti sono incoraggiati anche dai loro vescovi i quali a loro volta «partecipano spesso e volentieri ai banchetti nelle canoniche a base di cadaveri di animali uccisi». Da qui la decisione drastica, e provocatoria, di scrivere in Vaticano per chiedere espressamente a Papa Francesco, autore di una enciclica dedicata alla tutela della natura in tutte le sue espressioni, di scomunicare i preti che praticano la caccia, in quanto «pratica vergognosa che si basa sulla violenza e sulla morte, quindi in netto contrasto con i principi di amore dettati dal cristianesimo». Questi preti, per il leader animalista, dovrebbero essere «ricondotti a una vita di amore per la natura e per gli animali».