Lunedì 29 Aprile 2024

Consip, la telefonata di Renzi al padre: "Non puoi dire bugie"

L'intercettazione di un colloquio alla vigilia dell'interrogatorio di Renzi senior pubblicata dal Fatto Quotidiano.Il segretario Pd su Facebook: quanto riportato ribadisce la mia serietà

Matteo Renzi e il padre Tiziano (Ansa)

Matteo Renzi e il padre Tiziano (Ansa)

Roma, 16 maggio 2017 - "Babbo devi dire tutta la verità ai magistrati": così Matteo Renzi parlava al padre Tiziano il 2 marzo di quest'anno, alla vigilia della convocazione di Renzi senior in procura, nell'ambito dell'inchiesta Consip. E' quanto riporta Il Fatto Quotidiano, che anticipa un'intercettazione riportata nel libro del giornalista Marco Lillo 'Di padre in figlio'. "È una cosa molto seria", afferma l'ex premier, secondo quanto ricostruito da Lillo: "Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione della Madonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorje". E ancora: "Devi dire nomi e cognomi", "Mazzei è l'unico che conosco anche io". "È vero che hai fatto una cena con Romeo?", è la domanda dell'ex premier. E i carabinieri - riporta il quotidiano - annotano: "Tiziano dice di no e che le cene se le ricorda ma i bar no". Quindi Matteo Renzi: "Non ti credo e devi immaginarti cosa può pensare il magistrato". E ancora: "Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie", "non puoi dire bugie o non mi ricordo e devi ricordarti che non è un gioco". In relazione alla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni il ministro della giustizia Andrea Orlando ha avviato tramite l'ispettorato generale accertamenti preliminari presso gli uffici interessati. 

Ed ecco pronta la replica del segretario Pd pubblicata su Facebook: "Questa mattina Il Fatto Quotidiano pubblica con grande enfasi delle intercettazioni tra me e mio padre. Risalgono a qualche settimana fa e sono già in un libro, a firma di un giornalista che si chiama Marco Lillo. Nel merito queste intercettazioni ribadiscono la mia serietà visto che quando scoppia lo scandalo Consip chiamo mio padre per dirgli: 'Babbo, questo non è un gioco, devi dire la verità, solo la verità'". "Mio padre - aggiunge l'ex premier - non ha mai visto un tribunale fintantoché suo figlio è diventato premier. Fino a quel momento ha vissuto tranquillamente la sua vita, esuberante e bella: ha 66 anni e proprio sabato scorso ha festeggiato i 45 anni di matrimonio. Quattro figli, nove nipoti, gli scout, il coro della chiesa, il suo lavoro e naturalmente la passione civica per Rignano: è un uomo felice. Ha conosciuto la giustizia solo dopo che io sono arrivato a Palazzo Chigi. Non è abituato a questa pressione che deriva dal suo cognome più che dai suoi comportamenti. Gli ricordo che se sa qualcosa è bene che la dica, all'avvocato e al magistrato. La verità prima o poi emerge: è giusto dirla subito".

E dalla politica arriva l'appoggio bipartisan all'ex premier per l'uso che viene fatto delle intercettazioni.  "E' necessario individuare i responsabili, chi ha fatto uscire questa intercettazione? Da chi è autorizzata? Da dove e' uscita? Chi ha fatto questa intercettazione? La Procura? Su quale notizia di reato? All'interno di quale fascicolo si trova? Ecco perché ho orrore e non voglio entrare in questo sistema di massacro delle persone. Non importa che possano essere avversari politici, anzi a maggior ragione: massimo rispetto per gli avversari politici che si combattono con la politica. Non con altri mezzi che considero inaccettabili", ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.  "La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche sulla conversazione fra Renzi e suo padre costituiscono la conferma che esiste un circuito irregolare fra procure e alcuni giornali di inaudita gravità. Nella sostanza il testo costituisce un favore per Renzi", ha aggiunto Fabrizio Cicchitto (Ap), presidente della Commissione Esteri della Camera. 

"Nessuna simpatia né per Renzi figlio né per Renzi padre. Ma le intercettazioni sui giornali restano una barbarie. Senza eccezioni. E chiunque ne sia oggetto", tuona Daniele Capezzone, deputato Direzione Italia.

"Oggi il Fatto ricomincia con Consip. Spero che la lunga pausa sia servita almeno a cambiare fornitore d'intercettazioni, visti i precedenti" Così Matteo Orfini, presidente del Pd, su Twitter.

NUOVO FILONE DI INDAGINE - Acquisiti oggi nella sede di Grandi Stazioni documenti e carte su disposizione della Procura di Roma in un nuovo filone della maxi-inchiesta su presunte irregolarità negli appalti in Consip. Nel procedimento risulta indagato per turbativa d'asta l'imprenditore toscano Carlo Russo, già indagato per traffico di influenze illecite nel filone che vede indagato anche per lo stesso reato, Tiziano Renzi. Grandi Stazioni, società controllata da Ferrovie dello Stato, si occupa della manutenzione e pulizia nelle stazioni ferroviarie. A svolgere l'atto istruttorio, su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi, i carabinieri del nucleo investigativo di Roma e la Guardia di Finanza di Napoli.