Giovedì 2 Maggio 2024

Mafia, smantellato clan Brancaccio: 34 arresti

Sequestri di aziende per 60 milioni. In manette il boss Pietro Tagliavia. Tra gli arrestati c'è anche il fratello di Giovanni Lo Porto, cooperante rapito da Al Qaeda in Pakistan e poi morto in un'operazione antiterrorismo degli Usa

Polizia, foto d'archivio

Polizia, foto d'archivio

Roma, 19 luglio 2017 - Un duro colpo al potente clan mafioso BrancaccioTrentaquattro le persone arrestate da polizia e guardia di finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip, nell'ambito di indagini coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia in Sicilia, Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Liguria. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti dei maggiori esponenti della cosac, con il sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. Tra gli arrestati c'è Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della cosca di "Corso dei Mille", attualmente ai domiciliari. Spicca anche l'arresto del fratello di Giovanni Lo Porto, l'operatore umanitario sequestrato da Al Qaeda nel 2012 e assassinato tre anni dopo durante un'operazione antiterrorismo degli Usa da un drone. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il braccio destro di Pietro Tagliavia. 

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Il blitz su vasta scala scattato nel territorio dei boss Graviano cade proprio nel giorno del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio. Minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio: questi gli episodi venuti a galla nelle indagini eseguite in stretto coordinamento dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo. Gli investigatori hanno ricostruito l'intero organigramma, definendo ruoli e competenze, compresi i vertici. E hanno dimostrato, attraverso le indagini, il totale controllo, da parte dell'associazione, di un "gruppo imprenditoriale", distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana. Nel corso delle operazioni, la Polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno proceduto al sequestro di numerosi veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati, nonché delle aziende riconducibili agli esponenti mafiosi arrestati.