Mercoledì 8 Maggio 2024

Gol propagandistico

METTERE mano a privilegi & prebende è o può essere, in generale, un atto di equità. Agire per ridimensionare i vitalizi dei parlamentari, dunque, può avere anche il segno di un’azione giusta e necessaria, tanto più quando si chiedono ripetutamente sacrifici ai comuni cittadini per sostenere le casse dell’erario. E, aggiungiamo, ancora di più in un tempo di sostanziale divaricazione tra la politica e l’opinione pubblica. Peccato, però, che la legge approvata dalla Camera abbia tutti i tratti di un’operazione marcatamente populista, sfacciatamente malfatta, colpevolmente incostituzionale. Di un’operazione, per giunta, pericolosa. La legge sembra fatta apposta per essere usata come arma da brandire in campagna elettorale in una contesa tra Renzi, Salvini e Grillo-Di Maio a chi è più anti-casta.

Passate le elezioni, potrà essere cancellata dalla Corte Costituzionale, come ha anticipato più di un giurista. Diciamolo nettamente: un conto (sacrosanto) è cambiare in senso equo e anti-privilegi le regole del gioco per il presente e per il futuro, introducendo un contributo, più o meno elevato, sui vitalizi del passato. Un altro – e ben diverso – è stabilire, come nel provvedimento varato a Montecitorio, il principio del cosiddetto ricalcolo retroattivo del vitalizio. È come se si volesse tornare indietro di 20, 30, 40 anni e far ripartire daccapo le lancette della storia, rimettendo in discussione patti e criteri concepiti in altre stagioni. Si produce, per questa via, una ferita, un vulnus che non è solo giuridico, ma anche politico-sociale e di civiltà. Perché, nel frattempo, si sarà ampiamente alimentato e diffuso il timore o il terrore che quello che si è fatto per i parlamentari, domani si potrà fare anche per i comuni cittadini: prima per le pensioni d’oro, poi per quelle d’argento, infine per quelle di bronzo. Un surplus di dannosa lacerazione per un goal solo propagandistico.