Venerdì 3 Maggio 2024

Capolavoro di Allegri. La Fiorentina fallisce l'esame di maturità

di Giuseppe Tassi

UNA LEZIONE di equilibrio, di forza e di maturità. Alla prova del fuoco la Fiorentina si dissolve e consegna la partita a una Juve ancora troppo forte e solida per la squadra di Montella. Toccherà con merito ai bianconeri giocarsi la finale di Coppa Italia contro la vincente di Napoli-Lazio.

Il 2-1 dell’andata diventa per i viola un peso psicologico più che un vantaggio, una zavorra mentale che impedisce alla Fiorentina di esprimersi con la scioltezza dei giorni migliori. Un promettente avvio di gara sembra schiudere ai tifosi viola il sogno della qualificazione, ma dopo il primo gol di Matri la Juve diventa padrona del campo. Nella perfetta macchina bianconera, ben sintonizzata da Allegri, non pesano neppure le grandi assenze di Tevez e Lichtsteiner, mancati in extremis. Padoin, Storaro e lo stesso Matri, pescati dalle seconde linee, giocano al massimo delle motivazioni: un valore aggiunto per la squadra.

Il tecnico bianconero si conferma uno degli strateghi più sottili e smaliziati del calcio italiano. Ritorna la difesa a quattro, quella dei momenti topici della stagione, e davanti alla retroguardia c’è un rombo con Marchisio vertice basso e Pereyra trequartista dietro le punte.

Questo schema ben disegnato priva la Fiorentina del dominio centrale e chiude ogni spazio utile a Salah, costretto a defilarsi sui lati per trovare ossigeno.

SUL RISULTATO pesano lo scarso filtro centrale dei viola e le distrazioni difensive di Savic, al rientro. Troppo morbido Aquilani, lento e scolastico Borja Valero, che perde un pallone decisivo nell’occasione del secondo gol, col solo Mati ad accendere le polveri della velocità. Quando Bonucci firma con un destro al volo il tris, su azione d’angolo, il sipario è già calato da tempo.

La Fiorentina fallisce così la sua prima prova di maturità da grande squadra e ora guarda al campionato e all’Europa League per riaccendere le speranze. La Juve di Allegri, insaziabile e spietata, può invece sognare il «triplete». Con buona pace di Mourinho.

di Giuseppe Tassi