Mercoledì 8 Maggio 2024

Studio rivela: "Gli antinfiammatori non steroidei causano scompensi cardiaci"

Sotto accusa i principi attivi tradizionali come il naprossene e il nimesulide, secondo gli studiosi il rischio di scompenso cardiaco è direttamente proporzionale al dosaggio

Pillole (Ansa)

Pillole (Ansa)

Roma, 4 ottobre 2016 - Uno studio ha rivelato un aumentano di rischi di problemi cardiovascolari e di ricoveri ospedalieri correlati del 19% nei pazienti fino che assumono abitualmente farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). 

L'articolo “Non-steroidal anti-inflammatory drugs and the risk of heart failure: a nested case-control study from four European countries in the SOS projects”, pubblicato sulla rivista British Medical Journal (BMJ), mostra i risultati di una ricerca condotta da un gruppo di studio multidisciplinare e sovranazionale con il coordinamento di Giovanni Corrao, professore di Statistica medica dell'Università di Milano-Bicocca.

Gli studiosi hanno analizzato 92.163 ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco di quattro Paesi - Italia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito - e li hanno confrontati con 8.246.403 controlli rispetto all'uso di 27 fans, di cui 23 tradizionali e 4 inibitori selettivi dell'enzima cicloossigenasi 2 (COX-2), noto anche come prostaglandina-endoperossido sintasi 2, prendendo in considerazione anche la relazione tra dosaggio e risposta, i risultati hanno dimostrato un nesso tra rischio di ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco e dosaggio.  

Se il farmaco è stato usato da meno di due settimane è stato riscontrato un rischio di ricovero maggiorato del 19% rispetto a chi aveva utilizzato per l'ultima volta uno di questi farmaci più di 183 giorni prima. 

Nel mirino i 7 principi attivi tradizionali - diclofenac, ibuprofene, indometacina, ketorolac, naprossene, nimesulide e piroxicam - e due inibitori della COX-2, etoricoxib e rofecoxib. E proprio i princìpi tradizionali mostrano che il rischio è direttamente proporzionale al dosaggio, arrivando a risultare addirittura raddoppiato alle dosi più elevate sperimentate.