Domenica 5 Maggio 2024

Bce e Cina fanno volare le BorseDraghi: guerra alla deflazione

Elena Comelli MILANO MARIO Draghi (nella foto) fa un altro passo verso l'iniezione di nuova moneta nel mercato europeo e le Borse festeggiano. Il governatore della Bce ha detto ieri che l'Eurotower userà tutti gli strumenti a sua disposizione per spingere in su l'inflazione verso il target del 2% ed è pronta ad ampliare l'acquisto di titoli a questo scopo. Ad aggiungere benzina al motore della crescita è intervenuta anche la banca centrale cinese, tagliando i tassi. E i mercati hanno applaudito. Piazza Affari ha chiuso in rialzo del 3,88%, recuperando le perdite cumulate da inizio ottobre arrivando a sfiorare quota 20mila punti. Bene anche il resto del Vecchio Contintente: il Dax di Francoforte ha recuperato il 2,62%, l'Ftse 100 di Londra ha segnato +1,08% e il Cac 40 di Parigi ha guadagnato il 2,67%. DRAGHI è andato più in là rispetto alle dichiarazioni già fatte nell'audizione al Parlamento europeo di lunedì («siamo pronti ad acquistare titoli di Stato per contrastare il calo dell'inflazione»), aggiungendo che, se i rischi dovessero aumentare, la Bce è anche disposta ad aumentare il ritmo e il volume di titoli acquistati sui mercati. Draghi ha inoltre fatto un accenno alle tempistiche che è stato particolarmente gradito ai mercati dicendo che occorre agire «al più presto possibile» per rialzare le aspettative sull'inflazione. Parole che hanno alimentato le aspettive sull'annuncio di nuove misure espansive già al direttivo di dicembre. Sul mercato valutario le sue parole hanno avuto riflessi importanti con la netta flessione dell'euro sceso sotto quota 1,25 dollari. Sul fronte obbligazionario, dopo le parole di Draghi i titoli decennali italiani sono calati ai minimi storici del 2,2% sul mercato secondario, lo spread fra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi si è ristretto a quota 144 punti base e il Tesoro ha annullato le aste di Btp e Ctz del 25 novembre e quelle a medio-lungo termine dell'11 dicembre, «in considerazione dell'ampia disponibilità di cassa e delle ridotte esigenze di finanziamento». NELLE STESSE ore, la Banca centrale cinese ha tagliato i tassi di interesse per ridare slancio a un'economia in rallentamento. È la prima volta dal luglio 2012. La banca ha ridotto di 25 punti base il tasso sui depositi a un anno al 2,75% e il tasso sui prestiti a un anno di 40 punti base al 5,6% con effetto da domani. Gli operatori hanno definito «una sorpresa» la decisione, attribuita ai problemi più seri del previsto nell'economia del Paese, che sta segnando i livelli di crescita annuali più bassi degli ultimi 24 anni. La People's Bank of China si è unita dunque a Bce e Banca del Giappone nell'adottare nuove misure espansive per rilanciare la crescita. Un'alleanza che è piaciuta anche a Wall Street e ha spinto in su perfino i prezzi del petrolio.