Sabato 18 Maggio 2024

"L'Anac solleva dubbi sulla gestione dei canili a Roma"

Secondo quanto sostiene il Partito animalista europeo l'Autorità avrebbe trasmesso gli atti alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza oltre che alla Procura

Cani in canile in una foto di repertorio

Cani in canile in una foto di repertorio

Roma, 20 settembre 2016 - "Il business illegale sui canili comunali di Roma è stato ufficialmente accertato dall'ANAC, l'Autorità Nazionale Anticorruzione. L'ultima Delibera, la n. 759, non lascia interpretazioni di sorta, la gestione del servizio di canile tra Comune di Roma Capitale e  gestori privati è fuorilegge da ben 15 anni. I randagi venivano considerati unicamente merce di scambio, canili sovraffollati per potere incassare milioni di euro di finanziamenti pubblici, 60 in 15 anni di cui 48 intascati come stipendi, ai cani solo le briciole". E' quanto si legge in una nota del Pae che interviene sulla vicenda delle strutture di ricovero degli animali della Capitale.

"Finalmente è emersa la verità sul sistema speculativo e ingiustificatamente lucrativo a danno degli animali ma anche dell'Amministrazione capitolina con ricadute, quindi, su tutti i cittadini romani che si son visti incrementare le tasse locali", continua la nota del Partito animalista italiano. "A Roma i cani costano il 400% rispetto alla media nazionale ed ai parametri del Ministero della Salute, una cifra spropositata che se fosse stata impegnata per il benessere dei randagi non avrei obiettato ma a loro è stato destinato soltanto il 10%, questo ha fatto si che da sempre il canile La Muratella fosse in sovrannumero addirittura del doppio per cui è stato autorizzato. Cani  sofferenti rinchiusi a vita soltanto per garantire il "canone" milionario" dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.

L'ANAC del magistrato Cantone, sempre secondo il Pae, avrebbe scoperto molte illegalità "confermando come le nostre  denunce querele fossero puntuali" ed "ha deliberato quanto segue: l'affidamento della gestione canili/gattili di Roma Capitale per 15 anni non è stato conforme ai principi di efficacia, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, al principio generale di rotazione tra gli operatori economici, al principio di economicità della gestione delle risorse economiche pubbliche, ai principi del buon andamento ed imparzialità dell'attività amministrativa con ricadute negative sulla qualità delle prestazioni; l'esecuzione dei servizi non è avvenuta nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza", riporta la nota del Pae. L'ANAC rileva, inoltre, "la carenza di un adeguata programmazione nell'attività di affidamento del servizio di canile nonché carenze di verifica dei requisiti di ordine morale e carenze nella fase di verifica dell'esecuzione del contratto con riguardo alla verifica di conformità alla prestazione resa, prima della liquidazione del corrispettivo".

"Per tutto ciò l'ANAC ha trasmesso la presente Delibera alla Procura di Roma ed alla Corte dei Conti per accertamenti di carattere penale, amministrativo e fiscale, alle Aziende ASL per accertamenti di carattere sanitario, al Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma per gli accertamenti di carattere patrimoniale sulle Onlus che hanno gestito i canili di proprietà di Roma Capitale, AVCPP e L'Impronta" conclude Fuccelli.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]