Domenica 5 Maggio 2024

Fumetto, dopo la rivolta delle donne Angoulême decide: "Niente nomination, voto aperto"

La decisione degli organizzatori del Festival in seguito alle polemiche per l'assenza delle autrici nella rosa di trenta candidati al Grand Prix

Il logo del 43° Festival de la Bande Dessinée di Angoulême

Il logo del 43° Festival de la Bande Dessinée di Angoulême

Angoulême, 7 gennaio 2015 - "La parola agli autori e alle autrici: scegliete in tutta libertà, senza liste di candidati chi volete premiare con il Grand Prix". E' questa la svolta decisa dagli organizzatori del Festival Internazionale del fumetto di Angoulême (uno dei principali appuntamenti mondiali del settore, in programma dal 28 al 31 gennaio nella cittadina francese) dopo la polemica divampata sul web per l'assenza di donne nella lista dei trenta "nominati" per vincere il prestigioso premio.

L'annuncio arriva dal Festival con un comunicato ufficiale che di fatto cambia, a venti giorni dall'inizio dell'evento, le regole del voto (riservato, comunque, ai professionisti del settore) per scegliere a chi assegnare questa sorta di premio alla carriera, un riconoscimento che va a premiare l'opera di un/a autore/trice sul lungo termine. La scelta è quella di invitare "l'insieme degli autori e delle autrici del fumetto a votare liberamente per designare come vincitore l'autore o l'autrice di loro scelta". Una decisione controversa nel mondo del fumetto francofono e non solo: per qualcuno è la soluzione migliore, per altri è un modo di scaricare la patata bollente.

Nel comunicato, comunque, gli organizzatori del Festival di Angoulême rivendicano anche una costante attenzione alla produzione di fumetti da parte di autrici, tanto da ricordare che nella selezione ufficiale del festival (quella riservata agli albi usciti nell'ultimo anno) ci sono "dieci libri realizzati da autrici". Insomma, l'accusa di "sessismo" viene respinta in pieno.

La decisione del Festival, comunque, dovrebbe scongiurare il boicottaggio del premio che era stato chiesto dal "Collettivo delle creatrici di fumetti contro il sessismo" e poi appoggiato da molti autori, esperti e appassionati che sul web si sono scatenati con interventi sui siti, sui blog, su twitter e sulle pagine Facebook. Una rivolta diventata clamorosa quando alcuni dei nominati rinunciano per solidarietà con le colleghe e tra questi il nome più noto è quello di Milo Manara.

D'altronde, nomi femminili da inserire in una rosa di trenta "nominati" non sarebbero mancati, a partire da quelli poi ipotizzati dall'Huffington Post quando sembrava, in un primo momento, che la decisione del potesse essere quella di allargare la lista delle nomination inserendo alcune donne: Linda Barry, Julie Doucet, Moto Hagio, Chantal Montellier, Marjane Satrapi, Posy Simmonds. Ma anche (solo per fare alcuni nomi) Rumiko Takahashi, Riyoko Ikeda, Catherine Meurisse. Per restare in Italia, nomi come quelli di Grazia Nidasio, Francesca Ghermandi, Silvia Ziche e via dicendo.

Ricordando che in 42 edizioni solo una donna ha vinto il Grand Prix (che dà il diritto di presiedere l'edizione successiva: il presidente in carica è il giapponese Katsuhiro Otomo) ed è stata Florence Cestac nel 2000, è singolare che una maestra come Claire Bretécher sia stata prermiata solo con un Grand Prix speciale nel 1983 (per il decennale del festival) e non con il Grand Prix vero e proprio. Che sia l'anno buono?

 

Angoulême.