Milano, 29 mar. (askanews) - E' un'esperienza quasi mistica visitare d'inverno con la neve l'antico Borgo di Mascognaz, un piccolo villaggio nella spettacolare cornice del massiccio del Monte Rosa. Partendo da Champoluc, nella Val D'Ayas, un sentiero tra i larici conduce fino ai 1800 metri dell'abitato, uno degli esempi più belli e rappresentativi del passaggio, attorno al 1400, della popolazione di origine germanica Walser in Valle D'Aosta, che ha lasciato il segno soprattutto per l'architettura delle abitazioni influenzando il modo di costruire le case della zona fino ai giorni nostri. Lo spiega Alberto Commod, guida escursionistica. "La tradizione Walser ha lasciato un'ombra sulla parte linguistica e culturale e soprattutto la parte architettonica, su come venivano fatte le case, che anche noi abbiamo continuato a fare con certi accorgimenti, per esempio utilizzando sempre il larice e cioè facendo sempre intercapedini. Poi sono diventate anche un simbolo distintivo della nostra architettura e anche la Sovrintendenza prevede che tutte queste case vengano conservate e ristrutturate in modo attento. Questo è uno dei casi forse più evidente della conservazione di questa architettura perché questo villaggio, che un tempo era in via praticamente di demolizione, di auto estinzione, invece è stato acquistato ed è diventato un hotel diffuso dove ogni casa ha un suo significato e un suo motivo di esistere, perché una è destinata alla ristorazione, uno all'abitazione uno alla spa, una alla piscina eccetera: un albergo diffuso che ha mantenuto tutta la parte architettonica e storica della zona". "Le case - prosegue l'esperto - sono particolari, hanno lasciato il loro segno perché abbiamo continuato a costruirle così. La parte del basamento era in pietra. Qui venivano ospitati gli animali e le famiglie gli abitanti del luogo. La parte superiore era staccata da questa camera d'aria, da questa intercapedine, la parte superiore fatta con i larici a tronchi che venivano incastrati con accorgimenti strutturali senza l'utilizzo di chiodi, in modo tale che resistessero senza bisogno di nessun altro tipo di supporto ed erano appoggiate su quelli che noi adesso chiamiamo funghi, che erano una parte in verticale in legno in larice. C'era poi una pietra che formava tipo il cappello del fungo, serviva per evitare che roditori scalassero la struttura e salissero ad approfittare delle granaglie raccolte durante l'estate". ll villaggio di Mascognaz è raggiungibile d'inverno con le ciaspole o il il gatto delle nevi. Un percorso panoramico attraverso ruscelli che scorrono, la natura silenziosa che conduce al borgo, nella zona simbolo dei panorami della Valle D'Aosta.
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