Venezia, 29 mar. (askanews) - Un'eredità che, nel momento in cui la si racconta, diventa sempre più vasta e abbraccia le varie città che accolgono l'esposizione. Il grande progetto antologico sul lavoro di Helmut Newton arriva alle Stanze della Fotografia a Venezia, dopo le tappe a Milano e Roma, e nel bellissimo spazio sull'isola di San Giorgio la mostra "Legacy" trova un'accoglienza spettacolare, oltre che una prospettiva diversa rispetto alle tappe precedenti, come ci ha raccontato il direttore artistico delle Stanze, Denis Curtis, che ha co-curato la mostra. "Abbiamo chiesto e ottenuto, grazie alla generosità della Fondazione Newton di Berlino - ha spiegato Curti ad askanews - di poter presentare uno shooting praticamente inedito, o comunque poco conosciuto, che Newton ha scattato qui a Venezia e con un punto di vista proprio da qua, dall'isola di San Giorgio. Abbiamo costruito una cassettiera che custodisce più di 50 polaroid, che sono un oggetto, uno strumento che Newton usava tantissimo per capire meglio le inquadrature, per capire meglio le storie. Abbiamo delle lettere che Newton scriveva a June, insomma abbiamo moltissimi materiali inediti e soprattutto siamo riusciti per la prima volta ad esporre tutte le immagini che compongono questa rassegna che si intitola Legacy". E dalla somma di queste immagini, alcune famosissime, altre quasi mai viste, emerge una storia potente, quella di un fotografo che voleva essere tale, e non un artista, ma che con la sua capacità di sguardo, con la spregiudicatezza delle messe in scena e con un approccio all'immagine spesso in anticipo sui tempi ha saputo sia modellare l'immaginario collettivo sia vivere più vite professionali in una sola, dal reporter al fotografo di moda, dal ritrattista in posa fin quasi all'astrazione degli ultimi lavori. Il tutto con una costante sensualità e un gusto forte per la libertà espressiva. E la mostra, promossa da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, nell'allestimento mobile delle Stanze della Fotografia, vuole dare spazio a ognuno di questi diversi Newton. "Siamo andati a ricostruire delle vere e proprie stanze - ha aggiunto Denis Curtis - per dare conto di un andamento cronologico della mostra, abbiamo addirittura organizzato delle proiezioni per far vedere ancora più materiali e per essere ancora più completi". Poi il fascino di un fotografo come Helmut Newton sta anche nel fatto che la completezza del racconto non si potrà mai raggiungere davvero, per fortuna. E ogni immagine, sia un nudo monumentale o un ritratto affilato di David Bowie, continua a portarsi dentro il suo inafferrabile fondo di mistero, che la mantiene viva anche in un mondo che ha cambiato i modelli di riferimento.
© Riproduzione riservata