Stoccolma, 11 mar. (askanews) - Non è più il tempo della neutralità. Gli svedesi accolgono l'adesione del paese nell'Alleanza Atlantica, avvenuta lunedì 11 marzo con la cerimonia dell'alzabandiera nel quartier generale della Nato. Johan passeggia nella zona vecchia di Stoccolma, sottolinea: "È ora il momento giusto, lo dobbiamo fare a causa della situazione mondiale, ovviamente", dice ad askanews. "Per certi versi sono molto triste - prosegue - perché ho sempre vissuto in un Paese neutrale. In un certo senso, sento che sto perdendo qualcosa di importante che abbiamo sempre avuto. Ma penso che sia necessario in questo momento: è necessario confrontarci con il mondo di oggi". Gli fa eco Affi, che abita proprio nella piazza grande del quartiere Gamla Stan, dove domina il museo dedicato al Premio Nobel. "Penso sia molto molto buono per la Svezia, sono entusiasta. Penso che sia molto positivo entrare nella Nato. Perché? Ci sono altri Paesi oltre alla Svezia. Adesso non siamo più soli". Asa ha una spilla sul giaccone, dedicata all'Ucraina invasa dalla Russia. "Credo che sia il momento giusto. Abbiamo aspettato per 22 mesi. Penso sia molto positivo, sono sempre stata per la pace. Ma ora vedo che non possiamo farcela da soli. Siamo un piccolo Paese e viviamo qui nel Mar Baltico. E siamo molto vicini alla Russia. E la Finlandia è come noi. Ma poi la Finlandia ci ha preceduto nella Nato. Peccato. Dovevamo entrare mano nella mano". Dello stesso parere è il marito di Asa, Lars: "Dobbiamo entrare nella Nato, perché siamo un Paese piccolo, non possiamo starne fuori. E Putin ci ha minacciato. Lo ha fatto prima della guerra in Ucraina e lo fa ancora. Anche l'ambasciatore russo qui a Stoccolma ci ha minacciato, quindi dobbiamo essere tutti uniti. Anche questo è un segnale alla Russia e a Putin, ovvero che siamo forti e fiduciosi di dover rimanere uniti". Tilda e Alice, di ritorno dall'Università dove studiano una Economia e l'altra Sociologia, sottolineano. "È positivo che Svezia entri a far parte della Nato: abbiamo bisogno del suo aiuto. Ora è il momento di trovare la pace. È terribile vedere quello che sta succedendo in Ucraina, come vengono uccise le persone, sono esseri umani, siamo tutti esseri umani". Ma non tutti sono entusiasti. "E' una questione che mostra due facce. Da una parte è positivo entrare in una difesa comune, dall'altro non sappiamo i costi, perderemo la nostra autonomia?", si domanda una donna di Stoccolma. "La mia posizione è piuttosto neutrale - dice - Vorrei che la Svezia restasse neutrale. Non è il momento di prendere una posizione o l'altra. Sarebbe stato meglio se la gente avesse votato", conclude un giovane studente. Servizio di Serena Sartini e Cristina Giuliano Montaggio e immagini di Alessandro Zicca
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