Milano, 3 ott. (askanews) - Natalia Arno porta ancora sul corpo i segni dell'avvelenamento, Evgenia Kara-Murza è la testimonianza vivente di cosa succede a chi, come suo marito, si oppone a Putin. Natalia ed Evgenia sono due dissidenti russe accomunate da un destino simile. Nonostante il pericolo che corrono non esitano a condannare pubblicamente quello che definiscono il regime russo. Le due donne hanno raccontato la loro esperienza al forum organizzato a Parigi dall'associazione Russie-Libertés. "Mio marito è stato accusato di alto tradimento per aver definito illegittimo il regime di Vladimir Putin, per aver parlato della repressione in Russia e della guerra in Ucraina. Ecco cosa sta succedendo a migliaia di cittadini russi che si oppongono a questo regime e dicono no alla guerra". Evgenia, è la moglie di Vladimir Kara-Murza, dissidente condannato in aprile da un tribunale russo a 25 anni di prigione. "Mio marito è sopravvissuto a due attentati e oggi riesce a camminare e a mangiare col cucchiaio. Ora è in Siberia in una cella disciplinare come Navalny. Il regime è pronto a tutto pur di zittire voci come quella di mio marito", ha aggiunto. La violenza di chi non è allineato, Natalia Arno l'ha vissuta sulla propria pelle. Cinque mesi fa è stata avvelenata. "Il mio neurologo conferma che si è trattato di un'esposizione a una neurotossina. Non esiste una pillola magica per questo, spero che tra un anno i miei nervi si rigenerino", ha raccontato. "Avevo i nervi bruciati. Oggi sento molto spesso un intorpidimento alla mano destra, e zoppico. Ho un intorpidimento lungo la colonna vertebrale. Molto spesso ho il viso insensibile ed è spaventoso." "Ho sintomi simili a diversi attivisti e giornalisti che recentemente sarebbero stati avvelenati. Se siamo un bersaglio per il Cremlino, significa che siamo efficaci, stiamo facendo qualcosa che li irrita. Possiamo influenzare l'opinione pubblica in Russia. Complessivamente abbiamo almeno 30 milioni di contatti all'interno del paese. Facciamo molte cose per contrastare la criminalità, la disinformazione e la propaganda. Facciamo molte altre cose per fermare la guerra. È quindi del tutto naturale che siamo obiettivi del regime del Cremlino". Nonostante il pericolo, per amore di una Russia diversa queste donne coraggiose non si lasciano intimidire.
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