Roma, 16 mag. (askanews) - L'ex amministratore delegato di Audi, Rupert Stadler, è apparso in tribunale a Monaco, all'udienza del cosidetto "dieselgate", il processo sui valori falsificati delle emissioni nelle auto diesel del gruppo. Si è dichiarato colpevole, ammettendo di aver permesso che i veicoli dotati di software per la riduzione delle emissioni rimanessero in vendita anche dopo essere venuto a conoscenza della truffa. É sotto processo dal 2020. "L'imputato ha dichiarato di non aver informato i clienti che i motori erano dotati di dispositivi che avrebbero potuto comportare sanzioni in seguito. Questo è il fulcro dell'accusa che la Procura ha mosso contro di lui" ha spiegato il portavoce del tribunale di Monaco, Laurent Lafleur. "Questa confessione è notevole per diversi aspetti. In primo luogo, il presidente del consiglio di amministrazione di una casa automobilistica tedesca ha ammesso pienamente, per omissione, l'accusa di frode formulata contro di lui dalla procura. A quanto risulta, nessuno in questa posizione nella Repubblica Federale Tedesca ha mai fatto una cosa del genere" ha aggiunto. Stadler è al momento l'ex dirigente di più alto rango a fare una confessione nello scandalo "dieselgate", scoppiato nel 2015 presso la casa madre di Audi, Volkswagen. Il gigante automobilistico tedesco ha ammesso di aver installato un software per truccare i livelli di emissioni in 11 milioni di veicoli diesel in tutto il mondo. Stadler, 60 anni, finora aveva sempre negato di aver commesso illeciti. Il patteggiamento voluto dai suoi avvocati prevede la confessione in cambio della libertà vigilata e una multa di 1,1 milioni di euro.
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