Roma, 10 mag. (askanews) - Un documento con alcune proposte di politiche sanitarie per avviare la riforma della sanità in Italia e dotarsi di un sistema sanitario più equo, partecipato e sostenibile. A presentarlo, nel corso dell'evento "Agenda Salute", sono stati Fondazione The Bridge, Università degli Studi di Milano e Università degli Studi di Pavia, che hanno coinvolto oltre 150 soggetti tra società scientifiche, partiti, istituzioni, aziende farmaceutiche, associazioni dei pazienti. "Sappiamo che dobbiamo riformare il servizio sanitario nazionale - ha detto ad askanews Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge - sappiamo che non c'è più il tempo, altrimenti l'alternativa sarebbe un sistema americano che noi vediamo all'orizzonte nel giro di cinque anni. E quindi vorrebbe dire che chi ha i soldi può curarsi nel nostro Paese, chi non ce li ha deve stare ai tempi del Servizio sanitario nazionale pubblico. Quindi noi oggi abbiamo chiamato la politica a tutto, a Parlamento, alti funzionari dello Stato e partiti per dire va bene riformiamo ma riformiamo insieme". I temi trattati riguardano la ricerca sanitaria e la sperimentazione clinica italiana, la promozione di una medicina preventiva, le professioni sanitarie del futuro, le strategie sanitarie in ottica di transizione energetica e, soprattutto, il ruolo della sanità integrativa. "il punto di Agenda Salute - ha aggiunto Alessandro Venturi, professore di Diritto amministrativo e di Diritto regionale e degli enti locali all'Università degli Studi di Pavia - il primo punto che viene trattato, ossia quello di parlare in maniera aperta e franca e fuori da qualunque tipo di ideologia di sanità integrativa, significa immaginare un sistema che riduca il più possibile la spesa dal proprio portafoglio, quella che viene chiamata l'out of pocket pura, mentre dovrebbe aumentare la spesa intermediata da fondi assicurativi e fondi mutualistici. In un quadro dove il SSN, con i suoi 136 miliardi di spesa, copre ancora il prevalente fa bisogno di tutti i cittadini italiani". In questa riflessione sulla nuova Agenda Salute un ruolo significativo lo gioca anche l'università. "Non solo io, ma tutta l'università di Milano - ha concluso Aldo Bruno Giannì, professore ordinario di Chirurgia Maxillo-Facciale e presidente Comitato Direzione Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano - pensa che il concetto di accademia moderno non è più quello degli anni passati di un'accademia avulsa dal territorio, invece dobbiamo rivolgerci al territorio e deve essere protagonista di cambiamenti importanti. Quindi pe tutti questi motivi quella che in accademia viene chiamata Terza missione in un vento del genere trova la sua sublimazione". Il tutto con l'obiettivo di offrire proposte condivise alle istituzioni e alla politica per migliorare ed efficientare il sistema sanitario italiano.
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