Roma, 29 marzo 2024 – Il cambiamento climatico può condizionare la velocità del moto di rotazione della Terra e ciò può avere un effetto sul tempo. Lo dice lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature da Duncan Carr Agnew dell'Università della California a San Diego.
L’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e Antartide sta rallentando la velocità angolare della Terra, cioè la velocità di rotazione del nostro pianeta intorno al proprio asse. Questo ha conseguenze importanti sull'adeguamento del Tempo Coordinato Universale, o Utc, che è il fuso orario scelto come riferimento globale per calcolare tutti i fusi orari del mondo, e che ha subito periodiche correzioni a partire dal 1972. Se dagli anni ‘70 sono stati aggiunti 27 secondi intercalari (ovvero una correzione del tempo coordinato universale per mantenerlo allineato al giorno solare medio, ndr) al tempo universale, che corrisponde a spostare le lancette dell’orologio un secondo avanti per ciascun secondo intercalare. Ora, invece, i cronometristi, per la prima volta nella storia, pianificano di sottrarne uno. Il cosiddetto ‘secondo intercalare negativo’. L’introduzione di un secondo in meno invece che in più, inizialmente prevista per il 2026, potrebbe slittare al 2029.
"Lo scioglimento dei ghiacciai di Groenlandia e Antartide cambia la distribuzione della massa e quindi la forma del nostro pianeta, che non è una sfera ma un geoide”, spiega all'Ansa Massimo Frezzotti, glaciologo e professore all'Università Roma Tre. “Negli ultimi 40 anni la fusione del ghiaccio ai poli è aumentata di circa sei volte, si tratta di cambiamenti minimi a livello globale – aggiunge Frezzotti – ma sufficienti a influenzare la velocità di rotazione della Terra”.
“L’utilizzo del primo secondo intercalare negativo provocherà un problema senza precedenti per i programmatori di tutto il mondo”, si legge nella ricerca. Infatti, il secondo intercalare costringe i programmatori di computer di tutto il mondo a modificare gli orari ogni volta che si aggiunge un secondo, con disagi a cascata anche per le telecomunicazioni, i sistemi bancari, i navigatori satellitari e molti altri ambiti. E questa volta si sarà una sfida ancora più grande per spostarli per la prima volta indietro di un secondo.
Ma c’è anche chi è scettico sui risultati di questa ricerca. Demetrios Matsakis, dell’Us Naval Observatory, ha affermato a Afp che “il moto della Terra è così imprevedibile da assicurare che sarà necessario l’utilizzo di un secondo intercalare negativo”.