Doveva essere uno spettacolo, così è stato. Il ritorno sul ring di Mike Tyson, a 15 anni di distanza dal ritiro, però non coincide con il ritorno alla vittoria: nella notte italiana, a ridosso delle nostre prime luci, la sfida tra ’Iron’ Tyson, 54 anni, e Roy Jones Jr., 51, si chiude con un pareggio, anche se ai punti avrebbe vinto Iron Mike, 79-73 (quelli conteggiati da Espn). Sul ring, allesito allo Staples Center di Los Angeles, andava in scena l’atteso combattimento tra il più giovane campione del mondo pesi massimi e colui che è stato capace di vincere il titolo mondiale in ben quattro categorie di peso differenti. Era un incontro non competitivo, sulla lunghezza di otto round di due minuti ciascuno, senza pubblico, senza casco protettivo. Ma due vecchi ’leoni’ non si sono risparmiati. Gli organizzatori avevano posto, tra le condizioni, l’obbligo di interrompere l’incontro al primo taglio sul volto, alla prima goccia di sangue. I pugili si sono aggrediti cercando proprio il ko.
Tyson, apparso in grandi condizioni, nonostante l’età e i cento chili di peso, è stato duro e veloce fin dal primo round. Jones, ha scelto una tattica più difensiva, apparendo un po’ rigido sul tronco. La proverbiale carica di Tyson ha preso il sopravvento, segnando un vantaggio nei colpi: il 45 per cento dei suoi è andato a segno, contro il 22 per cento dell’avversario. E infati alla fine Tyson non è sembrato troppo convinto dal verdetto di parità. "Pensavo di aver vinto, e anche in maniera netta – commenta – però va bene anche così. Ho intrattenuto la folla che ci ha visto in televisione, e questo è ciò che importa perché era a scopo umanitario. Roy ha smesso di combattere solo da tre anni ma aveva paura di farsi male. Io non combattevo da 15 ma il match l’ho fatto io . Sono d’accordo per il pari ma potremmo doverlo fare di nuovo". Concorda Jones: "Non sono soddisfatto del verdetto, ma l’accetto. Sono pronto a rifare il match, è stato un onore aver preso pugni da Mike". Poi Tyson fa una dedica speciale: "La mano di Dio, Maradona ci ha lasciato. Nel 1986 abbiamo vinto entrambi i nostri campionati mondiali. Era uno dei miei eroi".