Sabato 27 Luglio 2024
LEO TURRINI
Sport

Da Cruyff a Platini, i grandi re senza corona

L’Olanda del ’74 come la Francia dell’86 e l’Argentina del ’90: squadre amate e favoritissime, ma il Mondiale non l’hanno vinto

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di Leo Turrini

D’accordo, d’accordo. Tutti a parlare di Messi, Neymar, Mbappè e Kane. Ci mancherebbe, per chi vive il Mondiale da spettatore causa Macedonia, beh, è legittimo specchiarsi nelle emozioni altrui, nel talento di assi che incantano la plebe con giocate figlie della fantasia.

Però, attenzione! La storia della Coppa è piena di Nazionali che dovevano sicuramente vincere, di campioni immancabilmente destinati ad alzare il trofeo. E invece… Segue piccola guida a fallimenti non annunciati.

OLANDA 1974. Oggi i Tulipani contendono alla Argentina il pass per la semifinale. Sfida equilibrata, anche se l’Arancia Meccanica del 2022 non gode dei favori del pronostico.

Diversa era l’atmosfera quasi mezzo secolo fa. L’Olanda del 1974 incarnò l’unica vera rivoluzione calcistica. Sacchi e Guardiola, peraltro bravissimi, hanno solo copiato da Rinus Michels, l’allenatore degli Orange. E lo sanno. Però resta vero che la meravigliosa squadra del Profeta del Gol Cruyff la finale del Mondiale la perse, contro la Germania tradizionalista di Beckenbauer. Perché quasi mai l’immaginazione va al potere, al netto degli slogan.

BRASILE 1982. Detto di sfuggita che l’Olanda nel 1978 perse un’altra finale contro i padroni di casa, stavolta argentini, nel buco nero della tragedia dei desaparecidos, qui conviene citare la Disfatta, con la maiuscola, per antonomasia. Non il crollo della Selecao nel 1950 al Maracana contro l’Uruguay di Schiaffino e Ghiggia: quella è archeologia.

No, no. Parlo della epopea di Enzo Bearzot. Sul serio: la Selecao del 1982 fu probabilmente la più grande versione all time del Brasile (e non solo). Junior, Cerezo, Eder, Socrates, Falcao, Zico. Tutti insieme in campo, al top della carriera. Irresistibili. Meravigliosi. Inimitabili. Ma narcisisti all’eccesso: a furia di ammirarsi, presero tre gol da Pablito Rossi e addio.

Una volta nel 2002, venti anni dopo, andai a trovare Zico nella sua Accademia calcistica di Rio. Mi disse: "Avete vinto voi italiani quel giorno e niente da obiettare, però non avete battuto solo noi brasiliani, avete ucciso l’idea che il football fosse allegria pura".

Fossi in Tite, il Ct verdeoro, oggi prima di Brasile-Croazia farei parlare Neymar proprio con Zico. A scanso di equivoci.

FRANCIA 1986. Chiudo questa narrazione intrisa di aneddoti scomodando il fantasma di Michel Platini. L’uomo che doveva governare, da presidente, la Fifa ma che poi è finito nel ripostiglio dei processi sgradevoli.

Nel 1986, sulle alture messicane, la Francia era la squadra più bella di tutte. Campione d’Europa in carica, era trainata dall’estro del Le Roi juventino. Persino il leggendario Maradona, che da solo esaltava l’Argentina, temeva una finale contro Platini.

Quella partita non si giocò mai. La Francia di Platini si inabissò ignobilmente contro una Germania modestissima. Maradona vide in tv il kappao dei Galletti è commento’ : "Mi è andata bene, Michel mi faceva paura".

Chi potrà dire la stessa cosa alla fine dei quarti di finale in Qatar?