Mercoledì 8 Maggio 2024

Capogiro Covid: spunta un fronte per lo stop

Freddo e ansia dominano a Cesenatico: positivi 17 poliziotti, diversi corridori valutano il ritiro prima della tappa poi vinta da Narvaez

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di Angelo Costa

E’ un Giro con la faccia un po’ così, tendente allo scontento. Non sono certo felici i corridori di pedalare al freddo sotto l’acqua, correndo più all’ammiraglia per coprirsi che pensando alla classifica: ci sta che ottobre offra un ciclismo estremo. Meno felice ancora è chi vuol tornare a casa per paura del Covid: alcuni corridori, ma anche un paio di squadre, sul punto di farlo prima del via a Cesenatico. Una di queste, l’americana Ef, scrive alla federazione mondiale (Uci) di fermare la corsa in anticipo, domenica prossima, a Piancavallo, incassando un no a stretto giro di posta: il timore di altri contagi, dopo i nove già registrati, potrebbero farle decidere comunque di lasciar la corsa.

A dire il vero, di contagi ce ne sono altri: tornano a casa anche 17 poliziotti del Giro elettrico, risultati positivi ai test nel giorno di riposo in Abruzzo. Immediata la pioggia di chiarimenti: le autorità locali comunicano che nessuno degli infettati è della zona, l’organizzazione del Giro d’Italia spiega che gli agenti non seguivano la corsa rosa, ma di un evento collaterale che vive in autonomia. Comunque sia, che accada nei dintorni di Nibali e compagnia resta un fatto.

E infatti: la notizia fa decollare i timori dei corridori. In particolare gli stranieri: alcuni si riuniscono prima della partenza per valutare se proseguire o meno. Dopo l’olandese Van Emden, lamentatosi per la presenza di troppi estranei negli alberghi delle squadre, è De Gendt a rivelare di non sentirsi protetto come al Tour: fosse per lui, si fermerebbe qui. "Questo Giro va nella direzione sbagliata. Mi sento come se l’organizzazione ci stesse nascondendo delle cose. Sappiamo che i casi aumentano, è difficile non avere pensieri. Non sono preoccupato solo per me, non voglio correre il rischio di contagiare altri", le parole del belga alla tv fiamminga.

In questo clima, e con quello che regala l’autunno, si corre la tappa della Nove Colli, sulle salite della gran fondo più famosa al mondo. Pioggia e termometro sotto i dieci gradi la rendono una mezza odissea, che premia l’ecuadoriano Jhonatan Narvaez, 23 anni, già vincitore su queste strade della Coppi e Bartali poco più di un mese fa. E’ fortunato, perché nel finale una foratura lo libera della scomoda compagnia dell’ucraino Padun, ma anche bravo, perché è l’ultimo di una lunga fuga. Complimenti anche alla Ineos, che ha reagito alla batosta Thomas prendendosi tre tappe.

Nell’altra tappa, a una decina di minuti di distanza, l’unico ad agitarsi è Pozzovivo, che alza il ritmo con l’intera squadra senza però abbozzare un attacco: chissà se l’ha fatto per scaldarsi in una giornata in cui il meteo non congela solo la classifica. Anche se un’indicazione arriva: quando il gruppo dei migliori si riduce, Nibali (tre volte all’ammiraglia per cambiar la mantellina) è solo, mentre Almeida ha tre compagni accanto. "Anche questo fa la differenza, soprattutto sotto l’aspetto morale", dice il pupo rosa, tra i pochi a non aver la faccia che tende allo scontento.

Ordine d’arrivo 12^ tappa Cesenatico-Cesenatico: 1) Jhonatan Narvaez (Ecu, Ineos) km 204 in 5h 31’24’’ (media 36,93), 2) Padun (Ukr) a 1’08’’, 3) Clarke (Aus) a 6’50’’, 4) Rosskopf (Usa) a 7’30’’, 9) Almeida (Por) a 8’25’’, 17) Nibali st.

Classifica: 1) Joao Almeida (Por, Deceuninck) in 49h 21’ 46’’, 2) Kelderman (Ola) a 34’’, 3) Bilbao (Spa) a 43’’, 4) Pozzovivo a 57’’, 5) Nibali a 1’01’’, 10) Fuglsang (Dan) a 2’20’’.