Venerdì 19 Aprile 2024

Favoriti Amstel Gold Race 2023, la griglia: Pogacar davanti a tutti, ecco i suoi avversari

Domenica si corre nei Paesi Bassi, da Maastricht a Valkenburg sulla distanza di 252 chilometri. Tutti i protagonisti dell’evento: gli italiani si sono imposti in sette occasioni

Tadej Pogacar

Tadej Pogacar

Classiche del Nord, atto secondo: dalle pietre si passa alle strade nervose delle Ardenne. Meno iconica rispetto alle corse monumento, l’Amstel Gold Race – in programma domenica 16 aprile – ne condivide molti caratteristiche. Intanto una buona tradizione: pur essendo l’ultima nata, è prossima a raggiungere le sessanta edizioni. Poi la distanza: da Maastricht a Valkenburg i chilometri sono 252, in linea con gli appuntamenti che contano di più. Infine le difficoltà: i Paesi Bassi non offrono grandi salite, ma di cotes da digerire ce ne sono trentatré. Di queste, la più popolare è il Cauberg, da affrontare un paio di volte: di questa salita non impressiona la pendenza, semmai l’afflusso di tifosi col boccale in mano che spiega benissimo cosa sia la corsa della birra. Ricca di bei nomi nell’albo d’oro, che va da Merckx e Hinault fino a Van der Poel padre e figlio, conta anche sette vittorie italiane: una nel secolo scorso (Zanini, 1996), le altre tutte in questo millennio, dal 2002 in poi: Bartoli, Rebellin, Di Luca, Cunego e due volte Gasparotto prima che diventasse svizzero.

In pole

Tadej Pogacar. Difficile non considerarlo: è il primo della lista perché quando si presenta non lo fa mai per partecipare. Meno dura di altri classiche, questa può provvedere lui a renderla cattiva: ha il vantaggio di una concorrenza più morbida rispetto al Fiandre e lo svantaggio che di potenziali pericoli da controllare ne ha più di altre volte.

Prima fila

Neilson Powless. Zitto zitto, l’americano sta prendendo confidenza con le classiche: questa si adatta ai tipi come lui, che non amano aspettare la corsa ma preferiscono anticiparla. Non avere il peso della gara gioca a suo favore, trovare sempre qualcuno che al momento buono ha uno spunto più felice del suo è il suo limite.

Tom Pidcock. Padrone sulle Strade Bianche, poi frenato dalla caduta alla Tirreno-Adriatico, l’inglesino si ripresenta nella classica che ha accarezzato più da vicino: due anni fa solo il fotofinish gliel’ha negata. Ha tutto per riuscire a fare centro, anche se nel gioco di squadra il suo compagno Kwiatkowski, due volte vincitore qui, potrebbe rivelarsi un ostacolo.

Seconda fila

Sergio Higuita. Già dimostratosi a suo agio nelle classiche del Nord, il colombiano ha le qualità giuste per andare a bersaglio: va forte in salita e sul passo ed è pure veloce. È in un buon momento di forma, è un altro di quelli che non aspetta la corsa: su un terreno come quello olandese potrebbe far la differenza.

Andrea Bagioli. Senza l’acciacato Alaphilippe al fianco, avrà più libertà di manovra: quando c’è da prendersi la responsabilità della corsa, non è uno che si tira indietro. Alla sua costante crescita chiede adesso il salto di qualità: non c’è miglior occasione di farlo in una corsa importante.

Terza fila

Tiesj Benoot. Chiamato a non far rimpiangere Van Aert e gli altri specialisti delle pietre, ha il compito di risollevare il bilancio della Jumbo, fin qui senza vittorie nelle corse che contano di più. Specialista del Nord, in questa prova un anno fa è salito sul podio: da come è andato finora, ha chance di poter far meglio ancora.

Benoit Cosnefroy. Arrivato a fari spenti da un inizio stagione non esasperato, comincia in Olanda la parte di calendario che più gli piace: secondo un anno fa, il francesino ci riprova, potendo contare su una gamba che in settimana, col podio alla Freccia del Brabante, è apparsa in forte miglioramento.

Gli outsiders

Mattia Sobrero. Reduce da una serie di prove convincenti in una corsa dura in Spagna, vuol provare a seguire le orme del ‘cognato’ Ganna: dimostrare di non esser soltanto uomo da crono, ma buono anche per le classiche. Può cominciare a farlo qui, dove non ha grandi leader intorno ed è libero di correre da protagonista.

Bauke Mollema. Pur tagliato per corse più dure, come Liegi e Lombardia, qui può puntare sull’esperienza e sulla conoscenza delle strade. Nella corsa di casa non ha un gran passato, ma quelli come lui vanno tenuti d’occhio: di andare segno nelle prove in cui nessuno l’aspettava in carriera gli è già capitato.

Matej Mohoric. Fin qui non ha raccolto grandi successi, pur essendosi piazzato puntualmente: questa è una delle ultime occasioni per lo sloveno, che per un percorso come questo è tra i più adatti. Sempre che la fatica di un mese di marzo vissuto in prima linea non gli faccia pagare il conto.