Addio a Fini: una vita tutta azzurra

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Una vita per la Nazionale italiana. Prima da medico in campo, poi da direttore del centro tecnico di Coverciano e da fondatore e curatore del Museo del Calcio. Fino Fini (nella foto) è morto a 82 anni, ieri a Firenze. Sei mondiali con l’Italia, il primo in Cile nel 1962, passando per quello contestato di Inghilterra 1966 e congendandosi con il trionfo del Mundial di Spagna 1982.

Per oltre trent’anni Fini è stato direttore del centro tecnico federale, dal 1967 al 1995, curandolo nei minimi dettagli. Dall’organizzazione dei ritiri azzurri, fino alla scuola federale per allenatori, dove ieri si è laureato Pirlo. Nello stesso periodo, inoltre, è stato il segretario del settore tecnico Figc.

La sua ultima creatura è stato il Museo del Calcio a Firenze. Un posto dove custodire ed esaltare la storia azzurra, inaugurato nel 2000. All’interno sono conservati tamto cimeli: dalla prima storica maglia azzura di Silvio Piola a tanti cimeli dei mondiali giocati dall’Italia.

Tantissimi i messaggi di cordoglio dal mondo del calcio e non solo: "Lo sport italiano, in particolare il calcio, perde una figura storica" lo ricorda il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Il presidente della Figc Gravina ha sottolineato la passione e l’entusiasmo, ma soprattutto la cultura di Fini: "E’ una grave perdita per il nostro movimento e per l’Azzurro" ha commentato Gravina. Anche i presidente della Lega Pro Paolo Ghirelli gli ha riservato parole dolci: "Fini ha fatto molto per la storia del nostro calcio. Restano impresse le sue parole legate alla storia come base della vita. Elemento da custodire e trasmettere alle giovani generazioni. Il museo era il suo sogno da far conoscere, in particolare, ai giovani". Oggi la camera ardente nel Museo del Calcio e sabato i funerali a Firenze nella chiesa di Sant’Antonio a Bellariva.