"DICIASSETTE morti sul lavoro in undici mesi e gennaio che si apre con la tragedia di Santa Sabina, con un ragazzo di 32 anni morto schiacciato mentre era impegnato in una operazione di manutenzione: l’Umbria non può più permettersi questi tristi primati". Maurizio Molinari è il segretario generale della Uil dell’Umbria e, sulla scorta dell’impegno nazionale del segretario Pierpaolo Bombardieri, sta portando avanti in Umbria, con grande impegno, una campagna per il raggiungimento dell’obiettivo delle #ZeroMortisulLavoro.
Molinari, a che punto siamo?
"L’Umbria è indietro e i numeri lo testimoniano. Siamo ancora tra le regioni italiane con il più alto numero di vittime e infortuni, così come resta alto il numero dell’incidenza di questi terribili episodi, lasciandoci in vetta alla classifica italiana. Gli infortuni e le morti sul lavoro non sono eventi inevitabili, ma il risultato di scelte politiche, organizzative e culturali.
Il problema? La troppa precarietà che costringe i lavoratori, senza garanzia né tutele, a fare i salti mortali per non perdere l’impiego e a rischiare. La situazione dell’Umbria evidenzia la necessità di un intervento immediato e coordinato a livello locale e nazionale.
Solo attraverso una seria riforma del lavoro, che metta al centro la dignità e la sicurezza dei lavoratori, sarà possibile invertire questa tendenza e garantire un futuro in cui il lavoro non sia mai più sinonimo di rischio, ma di crescita e realizzazione personale. Serve una presa di coscienza seria delle istituzioni locali e la Regione non deve perdere altro tempo, riprendendo in mano la piattaforma elaborata dai tre sindacati e iniziare ad applicarla".
Che anno sarà il 2025 per la Uil? Quali sfide attendono l’organizzazione?
"Le nostre priorità restano quelle delle persone: lavoro sicuro e dignitoso, servizi sanitari e universalistici accessibili e gratuiti per tutti. In tutto ciò l’Umbria, i prossimi 24 e 25 marzo ospiterà la ‘Carovana’ della Uil contro i lavoratori fantasma. Saranno due giorni di dibattiti e approfondimenti per raccontare un pezzo d’Italia, presente anche in Umbria, che nessuno vede per far emergere quei lavoratori, giovani e meno giovani, che a causa del loro lavoro precario sono socialmente dei fantasmi. Una situazione che blocca la crescita e l’evoluzione, giovani che non hanno spazio né luce e che si trovano spesso a fare i conti solo con contratti di somministrazione. Puntiamo a ripetere il grande lavoro di mobilitazione che abbiamo realizzato lo scorso anno con la manifestazione sulla sicurezza sul lavoro, sollecitando le coscienze su una questione basilare, un diritto costituzionale, come il lavoro".
I giovani al centro, dunque?
"Così deve essere, perché fa male al cuore anche leggere i dati della Camera di Commercio, secondo cui l’Umbria ha perso 4.165 giovani dal 2013 al 2023, laureati nei nostri Atenei e poi andati altrove per trovare lavoro.
L’Umbria deve tornare attrattiva attraverso una seria politica di formazione, in coerenza tra domanda e offerta, per evitare pericolosi disallineamenti".
Sanità, la questione delle questioni in Umbria.
"Liste d’attesa, cure poco accessibili e scivolamento verso il privato costituiscono il problema dei problemi in Umbria, come in gran parte d’Italia. C’è molta aspettativa per il lavoro della Regione Umbria e per quello che la presidente Proietti dovrà mettere in campo.
Noi saremo al suo fianco e al fianco delle cittadine e dei cittadini dell’Umbria, per ottenere un sistema sanitario equo e funzionale, capace di non lasciare indietro nessuno ma che garantisca anche dignità e potenzialità agli operatori che si impegnano nel pubblico. Troppi sono i comparti appaltati ormai all’esterno, in mano ad associazioni e cooperative, che troppo spesso sviliscono i lavoratori e non rendono il servizio al meglio".