Franco Uncini parla del Mugello come un innamorato. E non potrebbe essere diversamente. Su questa striscia d’asfalto, del resto, ha ’scoperto’ il suo essere pilota in formato mondiale. Al Mugello, Uncini ha vissuto la pista e il ruolo di ’race-control’ un’infinità di volte. Al Mugello, Franco c’è anche oggi: al panel per la sicurezza dei piloti.
Uncini, la sua cartolina più emozionante del Mugello qual è?
"Una? Solo una? Ne ho troppe, mi creda".
Le credo, assolutamente: ma proviamoci. Dunque?
"E allora prendo il ricordo della mia prima volta. Era nel 1976, fui chiamato alla DM e al Mugello feci il mio debutto mondiale. Le classi erano le 250 e le 350 e io con la 350 arrivai subito secondo, dietro a Ceccotto. E poi...".
Ok, la seconda emozione che ricorda più volentieri?
"Beh... al Mugello ha anche debuttato nella classe regina, nella 500 con il team di Roberto Gallina".
Cosa le piace di più della pista?
"Il fatto che nella storia dei circuiti di tutto il mondo, il Mugello è forse l’unico tracciato che non ha mai subìto una variazione. Così nacque e così è oggi".
Disegno della pista intatto, ma tanta, tantissima, sicurezza in più rispetto ai suoi tempi...
"Ma anche rispetto al passato recente. Il Mugello ha creato delle vie di fuga essenziali e allo stesso tempo spettacolari. Era giusto e obbligatorio farle, per una ragione semplicissima".
Quale?
"Le dico questo numero: il Mugello è la pista dove il full-gas è al 70%. Ci pensi un po’ (sorride, ndr), in oltre il 70 per cento del tracciato i piloti possono spingere al massimo. Stupendo".
E’ vero che anche qualche suo amico pilota, di Formula Uno le ha detto che...
"Verissimo. Dopo che la F1 ha fatto tappa al Mugello, qualche anno fa, tanti piloti hanno parlato della pista toscana come una delle più belle al mondo. Per velocità, sicurezza e ovviamente per il saliscendi su un territorio e in una natura spettacolari".
E guardando la prima parte di questo 2024, qual è la definizione più giusta per questo Mondiale?
"Stiamo vivendo un’annata bellissima. C’è un equilibrio assoluto. E’ difficile, se non impossibile, dire chi vincerà il titolo. C’è un gruppo di piloti tutti forti che meritano di diventare il numero 1. Bagnaia, Marquez, Martin, io ci metto anche Bezzecchi, Bastianini, i ragazzi dell’Aprilia. E’ uno spettacolo che la MotoGp non ci regalava da tempo".